La Procura di Milano ha chiesto
l'archiviazione dell'inchiesta per violenza sessuale a carico di
Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e
dell'amico dj Tommaso Gilardoni, scaturita dalla denuncia di una
22enne su presunti abusi nel maggio 2023. I pm hanno, invece,
chiuso le indagini sui due giovani contestando il reato di
revenge porn per la diffusione, senza il consenso della ragazza,
di immagini a contenuto sessuale.
La Procura di Milano ha dunque contestato solo due distinti
episodi, e non in concorso, tra i due ragazzi di revenge porn.
A fine giugno 2023 era arrivata sul tavolo dei pm milanesi la
denuncia della 22enne, la quale aveva raccontato che, dopo una
nottata, tra il 18 e il 19 maggio di due anni fa, trascorsa
nella discoteca vip milanese Apophis, dove aveva incontrato
mentre era con un'amica l'ex compagno di liceo Leonardo Apache,
si era risvegliata a casa La Russa e senza ricordare nulla. E,
stando alla sua versione, convinta di aver subito abusi. Il caso
era emerso sui media ai primi di luglio 2023.
Il figlio del presidente del Senato e l'amico Gilardoni hanno
sempre parlato, anche interrogati dai pm nelle indagini, di
rapporti consenzienti. Ora la Procura guidata da Marcello Viola,
con l'aggiunta Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro, dopo
quasi due anni di indagini complesse e dettagliate condotte
dalla Squadra mobile, con decine di testimoni ascoltati, hanno
chiesto al gip l'archiviazione per i due indagati, non ritenendo
che ci siano gli elementi, tra cui il dolo, per contestare, fino
ad un eventuale processo, l'accusa di abusi sessuali ai due
giovani.
Il legale della ragazza, l'avvocato Stefano Benvenuto,
certamente si opporrà alla richiesta e poi sarà la gip Rossana
Mongiardo a dover decidere, dopo un'udienza, se archiviare,
disporre nuove indagini o ordinare l'imputazione coatta.
Dall'altro lato, i pm hanno chiuso le indagini per i due, in
vista della richiesta di processo, per il reato di revenge porn.
Lo scorso dicembre, infatti, era stata depositata una nuova
consulenza informatica sulla "cancellazione di contenuti" per
recuperare alcune immagini in più, in particolare qualche video
(alcuni erano già stati rintracciati soprattutto nel telefono di
Gilardoni). Analisi che avevano riguardato, in particolare, i
cellulari di due giovani che erano presenti nella discoteca
milanese. Video che, per l'accusa, sarebbero circolati senza il
consenso della ragazza.
Nelle indagini era stata anche disposta una maxi consulenza
medico legale e tossicologica, affidata ad un pool guidato da
Cristina Cattaneo, sulle condizioni della ragazza per stabilire
se fosse in grado di esprimere un consenso, dato che aveva
bevuto e assunto tranquillanti, cannabis e cocaina quella notte.
Era stata anche effettuata una consulenza sui capelli della
ragazza, che aveva accertato che "le concentrazioni di Ghb", la
cosiddetta droga dello stupro, "sono sovrapponibili a quelle
comunemente attese in soggetti non consumatori della molecola".
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