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Alemanno, 'in cella sovraffollamento e cure negate'

Alemanno, 'in cella sovraffollamento e cure negate'

Lettera a Nordio. Il ministro: 'Puntiamo sulla detezione differenziata'

ROMA, 03 maggio 2025, 09:53

Redazione ANSA

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Gianni Alemanno in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianni Alemanno in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una lettera inviata dal carcere, dal Nuovo complesso di Rebibbia dove si trova detenuto dalla sera del 31 dicembre scorso, per sollecitare il ministro della Giustizia sull'emergenza, sempre più drammatica, che si vive nei penitenziari italiani.

E' l'iniziativa dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che sta scontando una pena definitiva ad 1 anno e 10 mesi, che ha trasmesso ai vertici del dicastero di via Arenula il suo personale "grido d'allarme" sulle condizioni di vita dei detenuti.
    La missiva è datata 30 aprile ed è stata scritta assieme a Fabio Faldo, "Lo Scrivano di Rebibbia". Parole che arrivano nelle ore in cui continua a crescere il numero dei morti all'interno degli istituti di pena: il primo maggio un detenuto si è tolto la vita a Terni mentre a Gorizia un uomo di 30 anni è stato trovato morto in cella forse a causa di un malore.


    "Signor ministro, siamo due persone detenute nel Reparto G8 del carcere di Rebibbia - esordisce la lettera -. Le scriviamo per portare all'attenzione delle Istituzioni e dell'opinione pubblica una situazione che riteniamo insostenibile e contraria ai principi costituzionali". I due detenuti passano poi ad elencare le criticità a cui il mondo dei detenuti è costretto a fare fronte a cominciare dal "sovraffollamento che mina il principio rieducativo della pena sancito dall'articolo 27 della Costituzione". E' tempo - sostengono i due autori della missiva - di "riforme urgenti, per sgravare magistratura di sorveglianza e strutture esterne, oggi al collasso".
    Nella lettera trasmessa anche al viceministro Francesco Paolo Sisto e ai sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari, si segnalano "gravi carenze sanitarie" causate "sia dalla scarsità di personale, sia dall'assenza di diagnosi e cure adeguate".

Alemanno e Faldo scrivono anche sulla concessione "negata" della "detenzione domiciliare" per chi ha superato i 70 anni ma è ancora dietro le sbarre. I due detenuti pongono l'attenzione anche sui "permessi premio negati nonostante condotte esemplari, l'abuso della custodia cautelare, con oltre 1.180 casi di ingiusta detenzione e 27 milioni di euro di risarcimenti" e "la mancata applicazione della detenzione domiciliare - aggiungono - con braccialetti elettronici inutilizzati".


    L'ex sindaco della Capitale chiede a Nordio "l'introduzione di una liberazione anticipata speciale, come già previsto in passato, estendibile fino al termine della pandemia, e una revisione della liberazione ordinaria in linea con altri Paesi europei". Per gli autori della lettera "le persone detenute sono parte vulnerabile della società. Intervenire oggi non è un atto di debolezza, ma un segno di giustizia e civiltà".
    Dal canto suo il Guardasigilli, intervenendo sul tema, ricorda il protocollo firmato con Cnel che ha dato avvio al progetto "Recidiva Zero". "Siamo convinti andrà avanti bene - afferma -. Stiamo lavorando per inserire i detenuti subito nella società, equamente retribuiti, per non correre il rischio di rientrare in quella 'cultura dello scarto' di cui parlava Papa Francesco". La direzione futura comprende, oltre alla costruzione di nuove strutture, "anche la detenzione alternativa", dice il Ministro. "Le persone tossicodipendenti - prosegue Nordio -, che sono più dei malati da curare che dei criminali da punire, possono e devono essere detenuti in modo differenziato".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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