Un invito a Leone XIV a tornare nella
parrocchia di Tor Bella Monaca, una delle periferie più
complesse della Capitale. Padre Francesco Maria Giuliani,
agostiniano responsabile della chiesa, conosce personalmente
Robert Prevost e, forse, proprio per questo può sbilanciarsi:
"Aspettiamo il Papa a Tor Bella Monaca. Da pontefice attento
alle periferie, potrebbe venire qui per una delle sue prime
visite. Peraltro - ricorda - è già venuto lo scorso anno in
occasione del quarantesimo anniversario della consacrazione
della chiesa di Santa Rita".
Giuliani difende il nome di Tor Bella Monaca: "Un quartiere
preceduto da una fama che non si merita. Ci sarà pure del
negativo come dappertutto, ma la maggioranza delle persone che
ho conosciuto sono oneste e di cuore". In questo quadrante della
città, la chiesa di Santa Rita è un presidio importante per il
territorio: fulcro di attività per fedeli giovani e meno
giovani, ma anche laboratorio di iniziative benefiche (come la
raccolta di generi alimentari per i più bisognosi) e di progetti
di integrazione culturale. Giuliani conosce Prevost. "Che Papa
sarà? Un Papa di conciliazione e unità - risponde -. A mio
avviso saprà portare avanti e sistematizzare i grandi temi
lanciati da Francesco. Ha un carattere più riservato, meno
estroso" del suo predecessore, "ma è molto alla mano e sa essere
scherzoso. È aperto e disponibile a mettersi in gioco. Porterà
con sé, da missionario l'attenzione alle periferie e ai poveri".
Sperano in una visita del nuovo pontefice anche nella sede
dell'ordine di Agostino in via della Scrofa a Roma. Qui, il
sacrista della basilica, fra' Cristian Melcangi, ricorda bene
Prevost nella sua precedente vita: "Ha un carattere timido, non
è un impulsivo, ma è determinato e, talvolta, anche scherzoso -
conferma anche lui -. Riesce a dire le cose con grande forza.
Darà continuità" al precedente pontificato, "tanto che ha già
parlato di ponti e sinodalità", ma "con uno stile diverso".
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