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Bastille, un disco come un film per parlare del mondo

Bastille, un disco come un film per parlare del mondo

La band inglese presenta 'Wild World' in arrivo il 9 settembre

MILANO, 18 luglio 2016, 10:10

Federico Pucci

ANSACheck

Bastille - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bastille - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bastille - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Per me un disco deve dare la sensazione di filare come fosse un film": Dan Smith e i Bastille hanno presentato così alla stampa il loro nuovo album in uscita il 9 settembre, 'Wild World', la cui copertina non a caso reca in calce i credits come fosse una locandina cinematografica. Di passaggio a Milano dopo la data di Pistoia dell'11 luglio, dove hanno presentato alcune tracce inedite e il nuovo singolo 'Good Grief', i quattro musicisti hanno parlato di nuovi modelli e della sfida di dare un seguito al celebrato 'Bad Blood'.
    "Il primo disco parlava dell'ansia di crescere - dice Smith - Ora volevo trattare della percezione del mondo, la visione spesso oscura e triste che si trae dai media, e il senso da dare alle relazioni o ai compromessi che si fanno: è come un mosaico della psiche umana che parla di ciò che accade nel mondo, ma anche di momenti della vita". Così, un brano come 'The Currents' sembra intervenire sulla politica internazionale, trattando di personaggi pubblici che sembra impossibile credano veramente a quello che vanno sostenendo in tv, come spiega il cantante che già dedicò una feroce critica a Brexit dal palco di Glastonbury e che alla notizia del nuovo premier Theresa May si mette le mani sul volto: "Il titolo 'Wild World' indica proprio il senso di panico e passività che si prova osservando i fatti di cronaca". Non mancano poi le consuete ispirazioni letterarie o cinematografiche, tra l'Otello shakespeariano in 'Send Them Off!', 'Blame' che mette in scena uno scontro di gangster e un brano sulla pena di morte ispirato al Capote di 'A sangue freddo'. Ma soprattutto torna un approccio da disco fatto in casa: per incidere le nuove tracce il quartetto si è ritrovato infatti nello stesso scantinato di South London dove fu registrato 'Bad Blood'.

"Prima di tutto ci piaceva l'idea di stare a Londra per tre mesi, andare in studio in bici o in autobus, e poi ci siamo detti 'Perché aggiustare una cosa che non è rotta?'. Volevamo un disco che suonasse diverso dal primo, ma senza l'intimidazione di un grande studio o lavorare con qualcun altro: certe band dopo il successo si rivolgono a grandi produttori, noi volevamo trovare il cambiamento in noi stessi". Così, i numerosi inserti di ottoni e archi che arricchiscono il suono della band sono frutto della collaborazione di due ex compagni di università da una parte e due violiniste amiche dall'altra. Non per questo i Bastille hanno volato basso: sempre guidata dalla voce di Dan Smith, chiave di un sound fatto di ritornelli memorabili, la band spiega di essersi ispirata a produzioni hip-hop anarchiche come 'My Beautiful Dark Twisted Fantasy' di Kanye West, o alla sfida ai generi musicali di Frank Ocean. Così il viaggio fra elettronica e rock del quartetto passa dai paesaggi sonori di 'Yoshimi Battles The Pink Robots' dei The Flaming Lips e cerca l'incontro di suono live e produzione elettronica tipico dei Gorillaz. Tra una maggiore presenza delle chitarre di Will Farquarson, nuove storie e nuovi suoni le 14 tracce di 'Wild World' (19 nell'edizione deluxe) promettono insomma un passo avanti dopo i fasti di 'Pompeii', con un'attenzione sempre fissa alla dimensione dal vivo. Di pochi giorni fa è l'annuncio del prossimo appuntamento italiano al Mediolanum Forum di Assago, il 7 febbraio: "E se ci facessero suonare a Pompei? Sì, grazie!", conclude Dan Smith.
   

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