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Tony Effe, 'la collana? La legge è uguale per tutti'

Tony Effe, 'la collana? La legge è uguale per tutti'

"I testi? Non si può piacere a tutti. Qui sono il meno artista"

SANREMO, 14 febbraio 2025, 20:29

Redazione ANSA

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Tony Effe ringrazia i fan - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tony Effe ringrazia i fan - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non gli è andato giù che gli abbiano tolto la collana un attimo prima entrare in scena all'Ariston: "Altri artisti prima di me sono saliti sul palco con gioielli riconoscibili, è questo che mi ha fatto arrabbiare.
    L'outfit è importante, ci lavora tanta gente". Tony Effe torna così sul caso scoppiato ieri sera, subito dopo la performance al festival di Sanremo, quando ha confessato la sua rabbia ai microfoni di Radio2. "Comunque - spiega oggi smorzando i toni - ero un po' giù di mio, l'ho buttata sulla collana".
    La Rai ha spiegato che una norma precisa, inserita nei contratti con le case discografiche e nel regolamento, vieta i riferimenti ai marchi: "Lo puoi fare, ma la legge deve essere uguale per tutti", replica il rapper romano incontrando la stampa al Palafiori di Sanremo, al collo il gioiello della discordia, una catena in oro giallo dalle grosse maglie. "Può essere riconoscibile per chi ne capisce. Io la riconosco. Ma altri sono saliti sul palco con lo stesso brand. Il primo giorno non è andata benissimo, perché prima di salire sul palco tutti quelli che lavorano alla Rai mi hanno chiesto foto, video e sono uscito in scena con leggerezza. Ieri ero molto concentrato, mi hanno tolto la collana un attimo prima di salire sul palco e mi sono stranito. Ma non ce l'ho con la Rai, è tutto a posto".
    Qualche minuto dopo, però, nelle stories di Instagram scrive: "Se stasera mi tolgono i gioielli, sali tu a cantare", taggando Carlo Conti. "In caso contrario codice 04", aggiunge taggando Noemi con cui duetta sulle note di Tutto il resto è noia di Franco Califano.
    Quanto alle polemiche sui testi violenti e sessisti, e sulla sua esclusione dal concerto di Capodanno a Roma, "mi piace il confronto - sottolinea Nicolò Rapisarda - ma purtroppo non si può mettere d'accordo tutti. Ci sarà sempre gente che non capisce i testi, non si può mettere d'accordo i giovani con le persone più grandi, da sempre è così".
    Accanto a lui c'è Federico Cirillo di Island Music: "Rappresentiamo da Brunori a Sfera Ebbasta, da Elisa a Tony Effe. C'è una cultura dell'hip hop davvero molto profonda secondo cui i testi devono essere crudi: non sono la rappresentazione di quello che fa l'interprete, ma di quello che c'è di fuori". E anche "le collane fanno parte dell'ideale hip hip, non puoi levare le collane a un rapper".
    A Sanremo Tony Effe ha rivoluzionato la sua immagine da rapper maledetto, in particolare nella prima serata, look total white e tatuaggi nascosti sotto il trucco: "Voglio far capire alla gente che sono un ragazzo in carne e ossa, a Capodanno ho pianto. So che non possono essere tutti d'accordo, ma ci sto male quando mi arrivano cose forti, se qualcuno mi mette il due in pagella, non è un discorso costruttivo. Posso capire che i testi non piacciano, ma se poi i ragazzini ballano le mie canzoni in discoteca, sempre nelle regole, vuol dire che ho fatto un buon lavoro. Alla fine decide il popolo, parlano tanto anche i numeri", dice il re delle classifiche 2024 con l'album Icon. "Quando ero più giovane mia madre preoccupata mi diceva: perché non vai a lavorare? Io le rispondevo: poi lavorerai per me mamma, ci penso io a te", racconta. E fa professione di umiltà: "Mi sento il meno artista di tutti, ho tanta strada da fare nel canto. Ho 'sculato', ma ho anche lavorato tanto, e quando lavori arrivano i risultati. Qui mi sento l'ultimo fra tutti questi grandi artisti: vedo Brunori e imparo, Cristicchi e imparo, Lucio Corsi e imparo, ogni persona ti può lasciare qualcosa".
   

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