Cinquanta opere tra ritratti, nature
morte, pittura di genere e soggetti sacri celebrano il Secolo
d'oro e le influenze reciproche di maestri genovesi e fiamminghi
nella mostra 'Van Dyck e i suoi amici, Fiamminghi a Genova
1600-1640' a cura di Anna Orlando, da domani al 10 giugno a
Palazzo della Meridiana. "Van Dyck è rimasto impresso
nell'immaginario perché ha la capacità di miscelare naturalezza
e verismo con raffinatezza e pathos - ha detto Orlando - Ho
selezionato otto capolavori di Van Dyck e ricostruito i legami
con altri artisti presenti a Genova come Jan Roos di dieci anni
più vecchio che è stato maestro e amico del fiammingo". "E' la
terza mostra dedicata al Seicento con un crescendo che dal
collezionismo genovese di 'Uomini e dei' a Sinibaldo Scorza ci
porta a Van Dyck" ha aggiunto il presidente dell'Associazione
Amici di Palazzo della Meridiana, ente organizzatore, Davide
Viziano. Racconta "il Secolo d'oro negli abiti sfarzosi tessuti
in oro del ritratto di Veronica Spinola Serra di Guilliam Van
Deynen o in quelli di una borghesia che cercava di accreditarsi
come quello del gioielliere Pucci". La mostra si dipana in
quattro sezioni che mettono in luce la colonia di artisti
fiamminghi presenti a Genova tra cui Roos, Cornelis de Wael e
Jan Wildens e le collaborazioni tra fiamminghi e italiani e i
reciproci influssi. Una sala è dedicata ai ritratti di Van Dyck
e l'ultima ai soggetti sacri con due Sacre Famiglie una della
Banca Carige e l'altra della Galleria Sabauda di Torino. Tra le
curiosità due tele di collezioni private mai esposti in
pubblico: un ritratto di Ambrogio Spinola di Van Dyck e aiuti e
'Ninfe e Satiro' del grande fiammingo con Roos. "Questa mostra è
un auspicio - ha detto l'assessore regionale alla cultura Ilaria
cavo - affinché questa città e questa regione tornino alla loro
grandezza".
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