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Pittura austera e gioiosa, Giorgio Griffa al Centre Pompidou

Pittura austera e gioiosa, Giorgio Griffa al Centre Pompidou

In mostra a Parigi 18 tele donate dal maestro torinese

ROMA, 13 marzo 2022, 13:52

Redazione ANSA

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''Io non rappresento nulla, io dipingo''. E' stato questo il credo che ha ispirato la lunga carriera di Giorgio Griffa, tra i protagonisti della pittura italiana ed europea della seconda metà del Novecento, al quale il Centre Pompidou di Parigi dedica fino al 27 giugno la mostra aperta in questi giorni. Curata da Christine Macel, capo del dipartimento creazione contemporanea del Museo Nazionale d'Arte Moderna, con la collaborazione di Aurélien Bernard e Roxane Ilias, l'esposizione presenta nello Spazio Focus un gruppo di 18 opere donate dall'artista torinese e punta alla riscoperta di questo maestro dell'arte italiana ed europea ''ancora troppo poco conosciuto dal grande pubblico''.
    Griffa, accostato spesso al movimento dell'Arte Povera, è stato impegnato costantemente nella ricerca di un linguaggio totalmente autonomo, dalle tele minimaliste degli anni '70 ai lavori più recenti influenzati dalla poesia modernista e dalla musica d'avanguardia. In questi giorni alla mostra parigina si aggiunge quella in corso a Roma, fino al 22 aprile alla Galleria Larcan O'Neill, che presenta 19 dipinti del maestro, tre dei quali del suo primo periodo e mai esposti in Italia. La rassegna parigina presenta vari cicli dal 1969 al 2021 e svela un'opera inedita, realizzata nel 2021 appositamente per il Centre Pompidou, intitolata 'La Recherche' richiamandosi a Proust. Composta da 24 tele trasparenti sospese al muro con sovrapposizioni parziali, La Recherche ''rivela una pittura sempre più libera e gioiosa''. Nato nel 1936 a Torino, dove vive e lavora, Giorgio Griffa è uno dei pittori più importanti della sua generazione.
    Parallelamente alla professione di avvocato, che ha esercitato per tutta la vita, ha realizzato a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta opere astratte riconoscibili per le loro tele vergini, non preparate e non tese, lavorate a terra, poi fissate al muro con una serie di chiodi lungo il bordo superiore. Successivamente le sue composizioni elementari uniscono liberamente e senza gerarchie linee, segni, numeri e lettere dipinte che non hanno altra funzione che esistere di per sé.
   

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