I Musei Civici d'Arte Antica di
Bologna presentano il restauro del dipinto 'Giuditta con la
testa di Oloferne' di Lavinia Fontana (Bologna, 1552 - Roma,
1614), conservato al Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria
Davia Bargellini. L'intervento, eseguito dal Laboratorio di
Restauro Ottorino Nonfarmale, è stato motivato dal prestito
dell'opera concesso per la mostra personale 'Lavinia Fontana:
Trailblazer, Rule Breaker', a cura di Aoife Brady, che la
National Gallery of Ireland di Dublino dedicherà all'artista dal
6 maggio al 27 agosto: fino al 12 aprile l'opera - scelta come
immagine guida per la comunicazione dell'esposizione - può
essere ammirata dal pubblico al Museo Davia Bargellini, con
ingresso gratuito.
L'iniziativa è stata promossa per raccontare gli esiti del
restauro, che ha consentito di recuperare quei dettagli
figurativi molto raffinati, quel colorismo e quelle luci e
tonalità accese e vivaci che contraddistinguono la produzione di
Lavinia Fontana, e per salutare pubblicamente l'opera che
partirà da Bologna alla volta di Dublino il 13 aprile.
Alla National Gallery irlandese andranno anche due opere di
Lavinia Fontana concesse in prestito dai Musei Civici di Imola:
la 'Madonna di Ponte Santo adorata da San Cassiano e san Pier
Crisologo', firmata e datata 1584, e la 'Scena di sacrificio',
anch'essa riferibile agli anni '80 del Cinquecento. Saranno dati
in prestito anche alcuni documenti custoditi dalla Biblioteca
comunale di Imola, tra cui il contratto di matrimonio fra
Lavinia Fontana e Gian Paolo Zappi, attestante la sua attività
di 'pittora'.
Tra i massimi rappresentanti della pittura tardo-manierista
in Europa, Lavinia Fontana è considerata da molti la prima donna
artista a raggiungere il successo professionale al di fuori dei
confini di una corte o di un convento. Fu la prima donna a
gestire una propria bottega e la prima a dipingere pale d'altare
pubbliche e nudi femminili. Mantenne una carriera attiva,
dipingendo per molti mecenati illustri e assumendo al contempo
il ruolo di moglie e madre.
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