"I musei sono per l'eternità. Otto
anni sono pochi nella storia di Capodimonte, ma abbiamo fatto
molte cose. Sopratutto abbiamo fatto miracoli". Con un discorso
commosso Sylvain Bellenger ha dato l'addio al Museo e Real Bosco
di Capodimonte nel giorno della scadenza del doppio mandato nel
salone delle feste della Reggia con la presentazione di un
volume che riassume le tappe del suo operato.
"Napoli è la città dei miracoli, che però qui hanno creato anche
una politica culturale. In genere i miracoli sono seguiti da
altri miracoli ma non c'è visione, c'è speranza. Noi abbiamo più
della speranza abbiamo un progetto molto importante: 150
milioni, 15 cantieri".
Il direttore francese ha voluto ricordare il museo che lascia al
successore designato, Eike Schmidt, fino ad oggi alla guida
degli Uffizi, e in particolare i lavori che interessano il
palazzo. "Si tratta del primo progetto che avvicina nel mondo
culturale, nel MiC, privato e e pubblico con investimenti
rispettivamente di 24 e 23 milioni di euro. Il fotovoltaico è un
dovere morale e Capodimonte è diventato un modello per
fotovoltaico in Italia e nel mondo. Abbiamo presentato al Maxxi
il nostro progetto che ci porterà al 91 per 100 autonomia
energetica. Tutti gli altri progetti arrivavano al 10-15 per
cento. E non si vedrà nulla! Addirittura il tetto ritornerà come
nel 700". All'affollato evento ha partecipato anche il
presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Oltre ai 24
milioni di euro per il giardino, Bellenger ha ricordato che per
la digitalizzazione il Pnrr "consentirà di continuare il lavoro
iniziato alla grande con la Regione Campania". E ancora, per
l'arte contemporanea, la donazione Lia Rumma ("i pezzi storici
dell'arte povera staranno a Capodimonte") e la casa della
fotografia Mimmo Iodice "donazione meravigliosa, c'è anche la
sua camera oscura, sarà la prima casa della fotografia a sud di
Milano". Poi il grazie sentitissimo allo staff ricordando ''il
sotto organico quasi comico. Per 49mila opere c'è un solo
funzionario storico della arte, e tre architetti per 19 edifici
e il più grande bosco urbano d'Italia. Ma questa squadra non la
ritroverò da nessuna parte. Ho vissuto momenti straordinari".
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