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La "rivoluzione" Caravaggio nel docufilm di ArtNight

La "rivoluzione" Caravaggio nel docufilm di ArtNight

Il 26 marzo su Rai 5, poi su Rai Play con la regia di Criscenti

ROMA, 24 marzo 2025, 17:14

Redazione ANSA

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Il momento è stato cruciale per tutta la storia della pittura europea: il ciclo delle storie di San Matteo nella Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. È il luglio del 1600 quando le tele vengono mostrate al pubblico: è il debutto di Caravaggio in società, la sua prima opera pubblica.
    Una rivoluzione per la pittura, che si consuma in un tempo brevissimo, in poche strade del centro di Roma, nel Rione Campo Marzio, tra il Pantheon, Piazza Navona e Piazza del Popolo. E su cui indaga il documentario Caravaggio a Roma: storia di una rivoluzione, il lavoro di Luca Criscenti che andrà in onda in prima serata mercoledì 26 marzo su Rai 5 all'interno del programma ArtNight condotto da Neri Marcoré e poi disponibile su Rai Play.
    'Caravaggio a Roma: storia di una rivoluzione' è una produzione della Galleria Borghese con il contributo del Dipartimento per la Valorizzazione Culturale e della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, in collaborazione con Rai Cultura, realizzata da Simona Garibaldi e Alessandro Sansoni per Lilium Distribution.
    Al centro del racconto, dunque, la genesi di questa rivoluzione e la sua esplosione in quei pochi anni romani, seguendo l'artista dagli anni della formazione al lavoro nelle botteghe romane, dalle prime opere al trionfo delle scene sacre della chiesa dei Francesi, di Santa Maria del Popolo, di Sant'Agostino. Un percorso che comincia con l'Autoritratto in veste di Bacco (Bacchino malato) della Galleria Borghese, passa per il Ragazzo morso da un ramarro della National Gallery di Londra, la Canestra di frutta della Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Concerto del Metropolitan Museum di New York, la Santa Caterina d'Alessandria del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, la Giuditta e Oloferne della Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, per tornare alla Cappella Contarelli, vero fulcro della narrazione. Accanto alle opere i documenti d'archivio, che fanno emergere il carattere dell'artista e il contesto in cui Caravaggio si muove, tra i vicoli di Campo Marzio, le botteghe dei pittori, le osterie e i palazzi dei suoi primi committenti: il Cardinal del Monte, Vincenzo Giustiniani, i Mattei.
    "Il documentario si incentra sul rapporto fra Caravaggio e Roma, la città dove arrivò intorno al 1595, dove lasciò i suoi capolavori e dove sempre volle tornare, nel corso degli ultimi quattro anni di peregrinazioni nel sud dell'Italia e del Mediterraneo" racconta Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, che continua: "Caravaggio riuscì a comprendere e a incarnare l'anima della città, antica, moderna e universale, in cui il mondo antico fungeva da perenne monito al trascorrere della gloria e della grandezza, in una ulteriore esaltazione del potere non solo temporale, ma spirituale, del pontefice. A Roma fa i suoi incontri fondamentali e la sua vita si svolge fra gli spazi della taverna e quelli del palazzo, fra le stanze di pittori e bottegai e i giardini, i cortili e le collezioni dei suoi committenti. Una città che tiene insieme l'alto e il basso e che per Caravaggio diventa uno scenario non solo fisico ma mentale".
    Entrambe curatrici della mostra Caravaggio 2025, assieme a Cappelletti c'è anche Maria Cristina Terzaghi, professoressa ordinaria di Storia dell'arte moderna presso l'Università Roma Tre. Contributi anche dello storico Michele Di Sivo e dell'ex Rettore di San Luigi dei Francesi Patrick Valdrini.
   

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