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Mollicone, a Osaka arte e innovazione che mondo ci invidia

Mollicone, a Osaka arte e innovazione che mondo ci invidia

"Entro fine mandato mettere a terra piano Mattei e Olivetti"

ROMA, 15 aprile 2025, 14:27

Redazione ANSA

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L'Italia ad Osaka "rafforza la sua presenza nel continente asiatico e torna protagonista a livello globale con la diplomazia culturale, l'internazionalizzazione delle imprese e l'attenzione alle nuove tecnologie. Essere presenti qui, con un padiglione che coniuga la grandezza della nostra arte con l'innovazione e l'immersività, è strategico per presentare le nostre eccellenze e il Made in Italy in una vetrina globale".
    Il presidente della Commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale cultura di FdI, Federico Mollicone, è all'Expo internazionale dove il padiglione italiano continua ad rappresentare un esempio del valore della cultura italiana nel mondo. Cosa ci insegnano manifestazioni ed iniziative come questa? Qual è la direzione che il nostro Paese deve imboccare per aprire nuovi spazi per riaffermare il valore della nostra specificità culturale? "Il Governo Meloni, fin dal primo giorno, ha proposto un piano trasversale, multidisciplinare e capillare che tuteli la specificità delle nostre tradizioni e caratteristiche che tutto il mondo ci invidia e sono le protagoniste del nostro export.
    Penso - dice all'ANSA - al grande lavoro svolto per il comparto del design, della moda e dell' artigianato, come dimostrato anche dal grande successo del Salone del Mobile a Milano di questi giorni, per la sovranità alimentare e per la valorizzazione della nostra cultura millenaria, anche nell'ambito del Piano Mattei per la cultura.
    L'istituzione della Giornata Nazionale del Made in Italy, che celebriamo oggi, riprende il nostro storico posizionamento sulla istituzione della Giornata degli Inventori, reso cristallino dalla proposta 3673 della XVIII legislatura, a mia prima firma, recepita dal Ministro Urso nell'articolo 3 del Ddl Made in Italy".
    Lei ha detto che con l'approvazione del decreto cultura che offre sostegno all'editoria, allo spettacolo dal vivo, ai borghi, all'audiovisivo e all'identità locale e nazionale Fratelli d'Italia ha messo a terra il programma elettorale. Ora che siamo a metà legislatura, quali sono le prossime questioni che il settore culturale in Italia ha necessità di essere riformato? Qual è il programma ? "Il Piano Olivetti e il Piano Mattei per la cultura sono stati due importanti traguardi. Uno dei primi obiettivi da perseguire è attuarli nelle parti che hanno disegnato una visione culturale che guarda alle periferie, alle aree svantaggiate e, allo stesso tempo, alla proiezione esterna della nostra identità. Come ha detto il Ministro Giuli, dobbiamo rendere irreversibile la concezione di intendere l'Italia come una grande impresa culturale che si metta al servizio della comunità e del fabbisogno sociale italiano. In Parlamento, poi, continueremo la nostra azione profondamente riformatrice, che è già intervenuta contro la pirateria digitale in difesa della creatività e per la salvaguardia della Rievocazione storica e del Patrimonio culturale immateriale".
    Lei ha annunciato che a breve arriveranno in Aula le misure per rilanciare la collaborazione tra pubblico e privato nell'offerta culturale del paese: è un percorso necessario? Se la cultura crea ricchezza perché lo Stato deve rinunciarvi in parte a favore del pubblico? E viceversa, laddove non è remunerativa perché il privato dovrebbe investirci? "In Italia ci sono 4.416 i luoghi del patrimonio, pubblici e privati: 1 ogni 13.300 abitanti, come rilevato da Istat nel 2022. Il settore culturale, per quanto difficilmente tangibile, in Italia costituisce, secondo alcune rilevazioni, il 17,2% del Pil nazionale, annovera 128 milioni di persone che ogni anno usufruiscono del patrimonio culturale italiano, 341 mila imprese design driven che utilizzano la bellezza come fattore distintivo, il 31% sul totale delle aziende italiane che riportano 682 miliardi di fatturato. Dati impressionanti. Troppo spesso, il sistema pubblico culturale italiano non riesce a sostenere la grandezza e la vastità di questo patrimonio. I molti siti culturali chiusi o poco valorizzati sparsi per il paese ne sono la testimonianza. In questo senso, dopo un ampio iter parlamentare, in cui c'è stato un importante dialogo con le categorie e gli attori istituzionali, arriverà a maggio in Aula la Proposta di Legge a mia prima firma 'Italia in Scena', volta a promuovere proprio la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo il principio di sussidiarietà, previsto dalla Costituzione all'articolo 118, con ampio utilizzo di strumenti di partenariato pubblico-privato, in particolar modo per dare nuova linfa a piccoli borghi, aree interne, comuni montani e beni culturali non gestiti in modo adeguato".
    Sul tax credit per il cinema sono stati anni di polemiche e incomprensioni tra il governo gli operatori e le opposizioni. E' arrivato il momento per una collaborazione? Le correzioni al decreto sono attese da mesi ma non arrivano ancora.
    "Come ha detto il sottosegretario Borgonzoni, i correttivi alla riforma del Tax Credit sono in dirittura d'arrivo, in un documento già condiviso da Mef, da Mic e da Mimit. D'altra parte il Tar non ci avrebbe aspettato se non fossimo stati, nei fatti, pronti.
    Il sistema di richiesta dei crediti di imposta, poi, è pienamente operativo: da quando, a fine novembre 2024, è stata aperta la possibilità di presentare le domande per il tax credit produzione cinematografica ed audiovisiva sia nazionale che internazionale, sono state presentate ben 475 domande, per un volume di investimenti di circa 1,2 miliardi e un credito d'imposta richiesto per oltre 400 milioni. Ci risultano circa 35 set aperti in questo momento nei nostri territori".
   

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