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'Vortice cosmico' di Andrea Raccagni in mostra a Ravenna

'Vortice cosmico' di Andrea Raccagni in mostra a Ravenna

Dal 17 aprile al 29 giugno alla Fondazione Sabe per l'arte

RAVENNA, 15 aprile 2025, 11:51

Redazione ANSA

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La Fondazione Sabe per l'arte di Ravenna ospita dal 17 aprile al 29 giugno 'Vortice cosmico', mostra personale dell'artista Andrea Raccagni (1921-2005), realizzata con il patrocinio del Comune e del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna-Campus di Ravenna e in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti. Esponente di spicco dell'Informale italiano, Raccagni è stato un protagonista del panorama artistico nazionale per oltre cinquant'anni.
    Si dedica alla pittura dal 1941, frequentando gli studi dei pittori Tommaso Della Volpe e Anacleto Margotti a Imola e, saltuariamente, quello di Giorgio Morandi a Bologna. Espone in mostre nazionali e internazionali dal 1948, riportando premi e segnalazioni. Tiene numerose personali in varie città italiane, presentate da critici come Francesco Arcangeli, Renato Barilli, Flavio Caroli, Gillo Dorfles, Claudio Spadoni. Un aspetto centrale della sua ricerca è l'impiego di materiali insoliti, dal ferro al poliuretano, dalle lamiere ai copertoni, dalle lampadine elettriche a elementi naturali, organici e inorganici, come foglie, sassi, muschi e tralci di vite.
    A vent'anni dalla scomparsa, la Fondazione Sabe - nata nel novembre 2021 con l'obiettivo di promuovere e diffondere l'arte contemporanea, con particolare attenzione alla scultura, attraverso mostre, incontri, proiezioni e altre attività culturali - ricorda l'artista evidenziando una peculiarità della sua ricerca plastica, la capacità di solidificare entità gassose altrimenti inconsistenti. Una capacità dimostrata nei Liberi attraverso l'interpretazione del tema cosmico, declinato nelle forme della sfera, della spirale, della nebulosa e della galassia, o di esplosioni nucleari, nella serie dei Funghi di Chernobyl. Una scelta che riflette l'esigenza tutta novecentesca di alleggerire la scultura, di sottrarla alla sua tradizionale grevità per ripensarla in soluzioni dinamiche ed eteree.
   

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