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Faenza, premio Nobel Capecchi esempio per ragazzi di oggi

Faenza, premio Nobel Capecchi esempio per ragazzi di oggi

In sala dal 16/6 'Hill of vision', coprodotto da Oscar Canonero

ROMA, 10 giugno 2022, 19:21

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'incredibile storia reale di sopravvivenza e resilienza del genetista Mario Capecchi, classe 1937, premio Nobel 2007 per la medicina grazie suoi studi sul gene targeting, "ho voluto raccontarla, soprattutto come insegnamento per i ragazzi di oggi, che sono intelligentissimi ma spesso abbandonati dalla società. Sono soli. Questo è un racconto che può essere di grande conforto e sostegno. Per questo ci tengo che dopo l'uscita al cinema vada nelle scuole".     Parola di Roberto Faenza, che torna nei cinema dal 16 giugno in 100 copie distribuito da Altre Storie, con Hill of vision, intenso biopic dedicato all'incredibile e traumatica infanzia vissuta da Capecchi durante la II guerra mondiale e alla 'rinascita' arrivata dopo il conflitto, negli Usa. Il film che aveva debuttato al Bif&st, ha per protagonista Lorenzo Ciamei, nei panni di Mario bambino e Jake Donald -Crooke per Mario adolescente, insieme, fra gli altri, a Laura Haddock, Elisa Lasowski, Sofia d'Elia, Rosa Diletta Rossi e Francesco Montanari. "Ero convinto che questo fosse un film sul passato invece con quello che succede, mi rendo conto di quanto sia d'attualità, osservando quanti bambini per la guerra stiano arrivando abbandonati. Speriamo che qualcuno di loro abbia la fortuna di Mario - sottolinea Faenza -. Quando era arrivato negli Usa era analfabeta e non conosceva l'inglese, nessuno gli dava una possibilità. Sono stati i suoi zii quaccheri dai quali è stato ospitato a dargli quell'iniezione di fiducia di cui aveva bisogno per permettergli di ricominciare a vivere".     Capecchi, nel 1941, a soli 4 anni rimane solo quando sua madre Lucy Ramberg (Haddock), americana cresciuta a Firenze, militante antifascista, trasferitasi vicino Bolzano, viene arrestata e deportata dai tedeschi. Poco prima la donna, in rotta con il padre del bambino, mai sposato, un pilota convinto fascista (Montanari), aveva affidato il bambino a una famiglia di contadini ma Mario dopo un anno fugge e si unisce a bande di ragazzini vivendo con loro in strada. Finito in un orfanotrofio, nel 1946 Mario viene ritrovato dalla madre Lucy, segnata per sempre da quanto ha vissuto in campo di concentramento. Insieme si imbarcano per gli Stati Uniti, dove vengono accolti da Edward Ramberg (Edward Holcroft), fratello di Lucy, e dalla moglie Sarah (Lasowski), che li portano a vivere nella comunità Quacchera di Bryn Gweled in Pennsylvania: "Avremmo voluto girare in quelle zone, ma non era rimasto nulla di quegli anni - spiega Faenza - così abbiamo ricostruito un pezzetto di Usa su un altopiano dell' Alto Adige". Quello negli Stati Uniti è un nuovo inizio d'impatto molto difficile per il bambino, aiutato dagli zii a superare la sua rabbia e il suo senso di isolamento. Il racconto si ferma prima dell'inizio del percorso di studi: "E' stato Mario a dirmi che la parte fondamentale e più formativa della sua vita è stata l'infanzia - sottolinea Faenza -. Dopo aver visto il film ha pianto a lungo, e ci ha detto che è la prima volta che sente gli venga restituito qualcosa" . L'idea del progetto è venuta anni fa alla produttrice e moglie di Faenza, Elda Ferri: "Avevo letto della decisione di Capecchi di donare al museo di Kyoto il cappello che aveva ricevuto da bambino dalla madre, diventato un simbolo di ciò che aveva vissuto. Ho capito quanto potesse essere importante raccontare la sua storia" spiega. Coproduttrice e costumista (con Bojana Nikitovic) del film è la quattro volte premio Oscar Milena Canonero: "Amo da sempre i progetti di Elda e Roberto - dice - Al di là della parte estetica è il soggetto di un progetto ad appassionarmi e a convincermi di accettare, senza guardare se il film sia grande o piccolo. Un giorno potrei anche fare un film Marvel se me ne proponessero uno con un soggetto avvincente.     Hill of vision mi ha entusiasmato particolarmente. E' la storia di un ragazzino capace di sopravvivere e di diventare un uomo pieno di humour, allegro e positivo. Chissà magari un giorno Roberto potrebbe anche girare la seconda parte della sua vita che è ugualmente avvincente". Intanto Faenza inizierà a luglio un altro progetto importante: un film tv per la Rai su Alda Merini, interpretata da Monica Guerritore.

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