(ANSA) - ROMA, 21 OTT -
Un divieto ai minori di 18 anni: è il sorprendente verdetto, che pare confermato (per quanto non ancora in via ufficiale) anche nel riesame (ora la produzione pensa di rivolgersi al Tar) da parte della Commissione III per la Classificazione Opere Cinematografiche, per il dramma/horror sovrannaturale Piove di Paolo Strippoli, con Francesco Gheghi, Fabrizio Rongione, Cristiana Dell'Anna e Leon de la Vallèe (alias Leon Faun nel suo percorso da rapper) ambientato in una Roma sulfurea e alle prese con una misteriosa epidemia di rabbia incontrollata.
Il film, debutta alla Festa del Cinema di Roma in Alice nella città per un'uscita in sala fissata per il 10 novembre con Fandango.
Ieri c'è stata l'audizione del riesame e sarebbe stato confermato il divieto - spiega Strippoli che ha già mostrato le capacità di rinnovare il genere in A Classic Horror story -. Siamo tutti sorpresi. Io per primo. Mi cibo di horror, da quando ho cinque anni e questo non è un film estremo". La storia è ambientata in una Roma dove da qualche giorno, tracima dai tombini una melma grigiastra che attraverso un vapore denso, trasforma chiunque ne venga a contatto in un 'mostro' di rabbia cieca, capace di ogni crimine. Un'emergenza che inizia a causare morti a ripetizione e travolge anche la famiglia di Thomas (Rongione), padre vedovo che si arrabatta per mantenere i due figli, l'adolescente Enrico (Gheghi) con cui ha perso ogni dialogo e la piccola Barbara (Aurora Menenti). Stando alla prima valutazione della Commissione, Piove "deve essere classificato come opera vietata ai minori di anni 18, in ragione della presenza di scene estremamente cruente, che rappresentano atti violenti in modo dettagliato e prolungato, inducendo nello spettatore uno stato emotivo di turbamento" si legge tra le motivazioni. "Non c'è nel film istigazione all'odio o alla violenza, anzi, sono condannate - sottolinea Strippoli -. Il film mostra proprio come la violenza generi altra violenza. Piove (nato dal soggetto originale di Jacopo del Giudice, vincitore del premio Solinas) è una parabola positiva, lotta per trovare uno spiraglio di speranza. Non credo sia il caso di vietarlo", anche perché "il film viene danneggiato da questa valutazione in tutto il suo percorso - spiega -. Non potremo far girare i trailer, c'è un limite a tutta la promozione, e si complica molto la vendita dei diritti televisivi". Questa valutazione poi "mi sembra pericolosa perché potrebbe scoraggiare una serie di produttori che vorrebbero confrontarsi con il genere che in Italia fatica a rinnovarsi". Per Cristiana dell'Anna che interpreta anche una malefica entità sovrannaturale personificazione della rabbia umana "sicuramente è più diseducativa la censura di quanto lo sia il film. Il genere horror ha la capacità di approcciare una sfera dell'umano, complessa e profonda che va affrontata, per superarne le parti oscure e questo film, nel farlo, è un piccolo gioiello".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA