Dodici anni fa, "quando ho iniziato a lavorare al progetto, avrei solo potuto sognare che i Guardiani della Galassia assumessero anche una rilevanza culturale, per quanto sul piano della storia ero fiducioso. Sentivo che stavamo facendo qualcosa di diverso, che il mondo potesse aver bisogno di un fantasy spaziale diverso da tutto cio' che si era visto fino a quel momento". Parola di James Gunn, regista re Mida dei superhero movies, che con Guardiani della galassia: volume 3, in uscita il 3 maggio con Disney archivia il suo percorso con la banda disfunzionale di supereroi/antieroi dello spazio, creata per i fumetti Marvel nel 1969 da Arnold Drake e Gene Colan e rinnovata nel 2008 da Dan Abnett e Andy Lanning.
Nel cast tornano Chris Pratt, nei panni del leader del gruppo Peter Quill/Star Lord, Zoe Saldana (Gamora), Karen Gillan (Nebula) Dave Bautista (Drax) Pom Klementieff (Mantis), Bradley Cooper come voce in originale per il procione modificato geneticamente Rocket, Vin Diesel per la pianta antropomorfa Groot. Fra le new entry: uno straordinario Chukwudi Iwuji, per uno dei villain piu' spietati dell'Universo Marvel, L'Alto Evoluzionario "un cattivo con il delirio d'onnipotenza" spiega l'attore nella conferenza stampa internazionale in streaming; Will Poulter per Adam Warlock e Maria Bakalova per la voce del cane 'spaziale' Cosmo. Un ensemble che ha fra gli interpreti anche Sean Gunn, Elizabeth Debicki, Sylvester Stallone, Linda Cardellini e Nathan Fillion, con il quale si da' vita al capitolo piu' compiuto e denso di contenuti della saga, dove all'ironia e una playlist, spina dorsale della storia (da Creep degli Radiohead a Badlands di Springsteen, da Crazy on you delle Heart a una liberatoria Dog Days Are Over di Florence and The Machine), stavolta si aggiunge anche una componente distopica horror piu' marcata legata ad esperimenti sugli animali e l'incubo visionario di poter creare inquietanti mondi perfetti. Guardando agli incassi dei primi due capitoli (globalmente oltre un miliardo e 640 milioni di dollari) il film promette di dominare di nuovo al botteghino.
Un modo perfetto per Gunn di archiviare (almeno per ora) il sodalizio con la Marvel e immergersi nella nuova avventura, come nuovo co-ceo dei Dc Studios, per i quali e' al lavoro come regista di Superman: Legacy, sul supereroe negli anni giovanili. Per interpretarlo, Gunn cerca "qualcuno che trasmetta tutta l'umanita' di Superman - ha spiegato a Variety -. Deve avere la sua gentilezza ed empatia". Tornando ai Guardiani della Galassia, stavolta al centro della storia c'e' Rocket, costretto a riaffrontare un traumatico passato, quando l'Alto Evoluzionario, responsabile della sua 'trasformazione', decide di riprenderselo, perche' lo considera la chiave per creare un mondo perfetto, dopo alcuni falliti tentativi. Tocchera' a Peter Quill, ancora provato dal dover rinunciare a Gamora (che non ha piu' i loro ricordi insieme) rimettersi in azione con gli altri Guardiani per cercare di salvare l'amico. "Stavolta Peter si sente perduto - spiega Chris Pratt -. Succede a molti di noi di trovare se stessi nelle relazioni con gli altri, quelle amorose, famigliari, di amicizia. Lui trova se stesso prima con I Guardiani della Galassia poi nella relazione con Gamora e quando gli viene portata via perde di nuovo le sue sicurezze". Karen Gillan, interprete della sorella cibernetica di Gamora, Nebula, vive in parallelo un percorso di crescita: "Con Thanos fuori dalla sua vita - spiega - inizia a crescere emotivamente, ha meno paura di mostrare anche le sue fragilita' ".
"Penso che tutti e tre i capitoli mi riflettano come regista e stavolta mi sono sentito ancora piu' sostenuto dalla Marvel nel fare scelte piu' rischiose per questo film, che e' molto piu' crudo dei primi due. Anche perche' il personaggio centrale, Rocket, e' quello a cui mi sento vicino, mi rivedo in lui, in tanti modi. Nel primo film c'e' la storia di una madre, il secondo e' la storia di un padre, questo mi rispecchia, lo sento ancora piu' intimo", conclude Gunn.
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