Il peso del senso di colpa, il dovere
di dare giustizia e la voglia di vendetta, si intrecciano
attraverso il protagonista, incarnato con un misto di potenza e
fragilità da Tommaso Ragno, in Con la grazia di un Dio, il
dramma noir, ambientato a Genova, con il quale Alessandro Roia
debutta alla regia. Il film che ha fra gli interpreti anche Maya
Sansa, Sergio Romano, Ahmed Hafiene, Roberta Mattei e Aldo
Ottobrino, debutta nelle Giornate degli Autori (Notti Veneziane)
alla Mostra del Cinema di Venezia.
"Pensavo al debutto alla regia da tanti anni. E' stato un
processo molto lento, anche perché sono entrato in questo mondo
attraverso un altro campo - spiega all'ANSA Roia che al lido ha
appena ricevuto il premio Siae al talento creativo -. La voglia
che avevo era quella di indagare con linee dirette certi luoghi
oscuri, certi pesi dell'anima, ma anche la parte più nascosta
dell'essere umano. La scintilla per la storia (produce Bartleby
Film con Rai Cinema) "è stata un incubo avuto più volte, che
coinvolgeva un mio amico. Ho iniziato a mettere giù la storia
poi quando ci siamo incontrati con il cosceneggiatore Ivano
Fachin, abbiamo ribaltato i punti di vista, utilizzando una
struttura di noir, per poi cercare di andare a fondo anche in
altre direzioni".
Al centro del racconto c'è Luca (Ragno) tornato a Genova dopo
venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico,
Vincenzo, compagno in una giovinezza senza regole. L'uomo
ritrova i vecchi compagni di un tempo convinti che quella morte
sia l'esito di una vita di eccessi e a contatto con il modo
criminale condotta da Vincenzo. Tuttavia Luca, che ha nei
confronti dell'amico grandi sensi di colpa e una profonda
gratitudine per un sacrificio da lui fatto, vuole vederci
chiaro. Una ricerca ossessiva che porta Luca a far riaffiorare
la sua vera natura.
"Io ho letto tantissima cronaca nera per prepararmi al film -
spiega - e trovi spesso frasi come 'era una persona pacata' o
'nessuno se lo sarebbe aspettato'. Noi siamo degli universi
incredibili, complicatissimi e Tommaso dà corpo a tutto questo,
mostrando qualcuno narcotizzato dalla vita ma distaccato,
facendo un lavoro a favore e contro l'empatia".
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