Sono in "mano alle istituzioni" le redini del futuro del Salone del Libro di Torino, aperto il 14 maggio dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha chiuso la 28/ma edizione con 341 mila visitatori, di poco superiori a quelli del 2014 (+0,7%), e con una media del +15% delle vendite agli stand. A luglio scade il mandato del tandem Ernesto Ferrero-Rolando Picchioni e si infittiscono le ipotesi e voci su chi potrebbe sostituirli. Tra i nomi che sono circolati quello di Vittorio Bo o Giovanna Milella come presidente e di Alessandro Baricco o Marino Sinibaldi come direttori editoriali. Ma i giochi sono aperti e il presidente Picchioni dice senza indugi: "adempiuti gli obblighi di legge per l'approvazione del bilancio consuntivo 2014 e preventivo 2015, essendo uomo delle istituzioni, mi rimetterò alle stesse per le decisioni che ad esse spettano".
Mentre Ferrero, dopo aver spiegato di "non dare importanza ai numeri" non ha voluto fare alcun riferimento al futuro, anche se più volte nei giorni scorsi ha sottolineato che questa è una macchina valida". In una conferenza stampa di chiusura che ha visto assenti il sindaco di Torino, Piero Fassino e il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, è arrivato però un messaggio del ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini che ha sottolineato: "il grande successo del 28/mo Salone è un segnale incoraggiante per il mondo della cultura italiana. Tutto questo fa di Torino uno dei principali snodi internazionali dell'incontro tra editoria e pubblico, un patrimonio nazionale da tutelare e valorizzare".
Sempre in controtendenza rispetto all'andamento del mercato, del Salone si è voluto sottolineare soprattutto il successo dell'edizione 2015 e si notava una certa commozione nelle parole di Ferrero e di Picchioni che ha citato Gabriel Garcia Marquez: "non ti dispiacere perchè è finito ma sorridi perchè è successo".
Circa 10 mila gli spettatori delle manifestazioni organizzate dalla Germania, paese ospite d'onore quest'anno, al proprio stand e nelle sale del Lingotto. "L'interesse dei lettori e delle lettrici italiane per la letteratura contemporanea tedesca è stato travolgente" ha sottolineato Juergen Boos, direttore della Fiera del Libro di Francoforte. E la Buchmesse, ha annunciato Picchioni, vuole importare la formula del Bookstock Village che ha registrato l'ennesimo successo grazie ai suoi programmi e laboratori e a quasi 500 giovani volontari". E' già polemica invece sull'Arabia Saudita paese ospite d'onore dell'edizione 2016 con un grande spazio di oltre 300 metri quadri che per il "momento ha 21 libri tradotti in italiano" come ha detto l'addetto culturale saudita in Italia, Fahad Hamad Almaghlooth. "Compito del Salone è garantire opportunità d'espressione e di dialogo a chi desideri far conoscere la propria cultura". Quasi 1.100 gli espositori dell'edizione appena conclusa che ha visto tra gli eventi più seguiti quelli di Alberto Angela, Alessandro Baricco, Gunter Wallraff e Roberto Saviano. Tutto esaurito anche per l'incontro con Marco Travaglio e il suo 'Slurp' (Chiarelettere) all'Auditorium (1.200 posti) e pienone per Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Le vendite sono state stabili per i grandi editori, a partire dai gruppi Rcs e Mondadori su cui aleggia lo spettro della fusione, mentre è andata meglio con incrementi positivi ai piccoli e medi editori, rispetto al 2014. Casi eccezionali: Baldini&Castoldi che ha raddoppiato con 'La Piuma' di Giorgio Faletti e i 50 anni di Linus e per Neri Pozza Giunti, entrambe con un +30%.
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