(di Giorgiana Cristalli)
L'arte di comporre canzoni poetiche
che accompagnano le nostre vite e cullano i ricordi, di scrivere
successi inossidabili come 'Io amo', 'Mi manchi' e 'Ti lascerò',
una tripletta al Festival di Sanremo negli anni '87, '88 e '89.
Franco Fasano, classe '61, si racconta nel libro 'Io amo',
curato da Massimiliano Beneggi (Ed. D'IDEE, 381 pagine, 18,90
euro), sorprendente viaggio tra aneddoti e segreti degli ultimi
decenni con date, nomi e cognomi di artisti e addetti ai lavori.
Un autore - è la tesi - si mette al servizio di grandi
interpreti, rimanendo dietro le quinte: la più grande
espressione di una presenza nel silenzio dell'assenza. Muovendo
i primi passi nella sua Alassio e dopo l'incontro con il maestro
Enrico Simonetti che gli disse che "aveva swing" e gli studi con
il maestro Pippo Barzizza, sono nate canzoni per i più grandi,
da Mina a Mia Martini, da Fausto Leali a Massimo Ranieri, da
Anna Oxa a Franco Califano, Bruno Lauzi, Raffaella Carrà,
Loretta Goggi, Iva Zanicchi, Al Bano, Cristina D'Avena e altri,
senza dimenticare 'Regalami un sorriso' per Drupi o 'Colpevole',
pezzo con cui Nicola Arigliano a Sanremo vinse il Premio della
Critica Mia Martini, ma anche i grandi classici dello Zecchino
d'Oro (vinto sei volte) come 'Goccia dopo goccia' e 'Il
Katalicammello' e sigle dei cartoni animati come 'Piccoli
problemi di cuore' e 'Rossana' . Il filo conduttore è sempre
l'amore.
"Io amo è la prima persona del verbo vivere", dice Franco
Fasano all'ANSA. Uno dei primi ricordi riguarda Mimì. "Se scrivi
per i bambini - gli disse Mia Martini - sei pronto a scrivere
anche per me". Un altro riguarda Ignazio Boschetto e Gianluca
Ginoble (prima che divenissero con Piero Barone il trio Il
Volo), portati per mano a 'Ti lascio una canzone' dove cercavano
bambini un po' più grandi di quelli dello Zecchino d'Oro.
La storia delle canzoni è affascinante. A volte un pezzo
passa di mano in mano o rimane anni nel cassetto finché non
arriva l'artista giusto a dargli voce. E' il caso di 'Ti voglio
senza amore', composta con Berlincioni nel 1992, rifiutata da
Mina, scartata a Sanremo con Fiordaliso, rimasta in panchina per
un disco di Massimo Ranieri, fino alla rivelazione, nel 2009,
sul palco dell'Ariston cantata da Iva Zanicchi (con la
dissacrante ironia di Roberto Benigni, ospite del Festival).
Con la prefazione di Franco Zanetti, direttore di Rockol, 'Io
amo' si presenta come un racconto che 'gira a 33 capitoli',
ognuno collegato ad un QR Code che rimanda ad una galleria di
foto. Un volume che si può anche consultare. "Mi piace l'idea di
essere rimasto 'il figlio del fotografo'", racconta Fasano che a
Sanremo fece capolino, da bambino, con un pass come
accompagnatore del papà. "Rimasi incantato dai Ricchi e Poveri
che cantavano 'Che sarà' con Josè Feliciano. Ora nel salone
delle feste del casinò ci sono solo slot machine", osserva.
Al Festival tornò da grande più volte come autore ma anche
come interprete. Nell''89, cantando al pianoforte, lasciò il
segno con 'E quel giorno non mi perderai più', mentre tra i big,
nello stesso anno, trionfavano Anna Oxa e Fausto Leali con 'Ti
lascerò', sempre sua. I miti della canzone, che da ragazzino
ammirava nelle foto di suo padre, stavano diventando gli
interpreti dei suoi brani. Una favola che continua, anche se la
musica ultimamente sembra inseguire altre mode tra rap, trap e
autotune. "Sanremo - osserva Fasano - era il Festival della
canzone, poi è diventato il festival dei cantanti, della tv,
della radio e ora delle visualizzazioni". Il trionfo dei
Maneskin lascia ben sperare, perché 'Zitti e buoni', "ha una
bella melodia". Anche 'Mille', il tormentone estivo di Fedez e
Achille Lauro "è impreziosito dall'elemento melodico trainante
con Orietta Berti". In definitiva "nella musica non ci deve
essere razzismo" ed "è la gente a decretare il vero successo
delle canzoni".
"Ho ereditato questa passione da mio padre - conclude Fasano
- al quale ho dedicato non solo questo libro, ma buona parte dei
miei pensieri, soprattutto da quando è prematuramente scomparso.
Era capace di cogliere con la sua macchina fotografica certi
momenti sapendo immortalare per sempre un'emozione. Un po' come
succede a me con la musica".
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