(di Mauretta Capuano)
MICHEL HOUELLEBECQ, INTERVENTI (LA
NAVE DI TESEO, PP 480, EURO 22). Si apre con 'Jacques Prévert è
un imbecille' e si chiude con
'Il caso Vincent Lambert non sarebbe dovuto accadere', la
raccolta di scritti e corrosive riflessioni di Michel
Houellebecq, 'Interventi', che sarà in libreria il 6 settembre
per La nave di Teseo. Pubblicato nella collana i Fari, con la
traduzione di Sergio Arecco, il libro non ha ancora una
copertina definitiva.
Usciti su riviste e giornali francesi, sono testi e colloqui,
inediti in Italia, nello stile corrosivo e controcorrente di
Houellebecq. L'autore de 'Le particelle elementari', di
'Sottomissione' e di 'Annientare' ci racconta, come ha fatto nei
suoi libri, il mondo in cui viviamo, ci parla delle letture e
visioni che lo raccontano, interviene sulla tecnologia e il
conformismo che scandiscono le nostre vite. Con il suo sguardo
di osservatore implacabile, lo scrittore e poeta riesce a
mettere in moto pensieri che riguardano tutti noi anche
attraverso le occasioni più imprevedibili, contingenti e
personali.
"Anche se non voglio essere 'un artista impegnato', ho cercato
in questi testi di persuadere i miei lettori della validità dei
miei punti di vista, qualche volta sul piano politico, ma più
spesso su diversi 'temi sociali' e sul dibattito letterario. Con
questo libro non prometto assolutamente di smettere di pensare,
ma almeno di smetterla di comunicare i miei pensieri e le mie
opinioni, tranne in eventuali casi di grave emergenza morale. Ho
cercato di classificare questi 'interventi' in ordine
cronologico, per quanto ricordassi delle date. L'esistenza
almeno apparente del tempo è sempre stata una grande fonte di
fastidio per me; ma ci siamo abituati a vedere le cose in questi
termini. Per questa volta, quindi, mi adatto" spiega
Houellebecq.
Nel libro di quasi 500 pagine si parla di 'Emmanuel Carrère e il
problema del bene', di 'Donald Trump è un buon presidente', in
uno scritto apparso su "Harper's Magazine" nel gennaio 2019, e
di Neil Young con le sue magnifiche canzoni e il suo percorso
musicale che ha qualcosa di maniaco-depressivo. Tra i colloqui
quello con lo scrittore e giornalista francese Christian
Authier. Ci sono anche un elogio del cinema muto, 'La questione
pedofilia', 'Un rimedio alla spossatezza dell'essere'. In 'Ho
letto per tutta la vita' Houellebecq rivela che a dieci anni si
è ritrovato a leggere 'Graziella' di Alphonse de Lamartine e in
'Sono normale. Scrittore normale' ricorda la sua prima raccolta
di poesie 'La ricerca della felicità' e il premio Tristan Tzara.
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