MICHELE GIUTTARI, I MOSTRI DI FIRENZE
E IL PATTO SEGRETO (MORLACCHI, PP 332, EURO 18)
"Questa è la storia definitiva". Michele Giuttari è uno
scrittore di gialli tradotto in mezzo mondo. Ma, nella sua vita
precedente, quando era a capo della squadra mobile, è stato il
poliziotto che scoprì i compagni di merende, un gruppo di
guardoni amici del contadino di Mercatale Pietro Pacciani
condannati per i duplici omicidi del Mostro di Firenze: sette
giovani coppiette sorprese in intimità e uccise nei dintorni del
capoluogo toscano fra il 1974 e il 1985. Su quei fatti c'è una
verità giudiziaria che, negli anni, è stata riletta da nuove
indagini, ma anche da ricostruzioni giornalistiche, narrazioni
letterarie, analisi sociologiche. Dopo aver lasciato le
inchieste - e la polizia - Giuttari ha continuato ad annodare le
fila, usando l'animo del poliziotto nel suo ruolo di scrittore.
Documenti, testimonianze e accertamenti alla mano, nel suo
ultimo libro, Giuttari racconta quella che lui definisce,
appunto, "la storia definitiva": non del Mostro di Firenze, ma
dei Mostri.
Attraverso il racconto e l'analisi dei fatti - morti
sospette, scambi di cadaveri, depistaggi, le minacce che lui
stesso ha subito nell'ultima fase dell'esperienza da regista
delle indagini - Giuttari guida il lettore alla scoperta di un
secondo livello, al di sopra dei compagni di merende. In
pratica: i mandanti. Giuttari rivela lo scenario che si è
trovato di fronte: in base alla sua ricostruzione, un gruppo di
insospettabili personaggi della buona società avrebbe
commissionato gli omicidi per ottenere i feticci - cioè parti di
corpo asportate alle ragazze - che venivano usati in riti
satanici. Giuttari arriva a questo risultato ripercorrendo tutte
le indagini sul Mostro: dalla cosiddetta 'pista sarda', con cui
inizialmente erano stati incolpati dei sardi emigrati in
Toscana, alla morte di un medico perugino il cui cadavere venne
ripescato nel Trasimeno, agli interventi dei servizi segreti e
della massoneria...
"Il mostro non esiste, esistono i mostri - spiega Giuttari -.
Nel libro analizzo tutti gli elementi a sostegno del movente
esoterico dei delitti, forse proprio all'origine degli ostacoli
che sono stati innalzati sulla mia strada. Dai fatti e dagli
elementi acquisiti approfondisco anche la possibile esistenza di
un patto segreto con la criminalità per far considerare Pacciani
unico serial killer colpevole, per chiudere definitivamente la
vicenda". Nel libro fa capolino anche il commissario Ferrara,
l'alter ego di Giuttari nei suoi gialli: "Se fosse davvero un
romanzo - scrive Giuttari - il commissario Michele Ferrara, capo
della squadra mobile di Firenze, avrebbe scoperto il patto
segreto alla base della chiusura dell'inchiesta sulla pista
sarda e delle indagini sul rozzo contadino, unico serial killer,
chiudendo la storia con un grande colpo di scena: la cattura
anche dell'insospettabile regista. Chi? È un segreto
inconfessabile dell'autore".
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