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Mezz'ora e la tecnologia s'impadronisce del mondo

Mezz'ora e la tecnologia s'impadronisce del mondo

L'ultimo romanzo di Selvetella tra interrogativi e umanesimo

TRIESTE, 17 marzo 2025, 15:59

Redazione ANSA

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(di Francesco De Filippo) YARI SELVETELLA, LA MEZZ'ORA DELLA VERITA' (Mondadori; pag.343; 20 euro) Nell'arco di quattro settimane la tecnologia sembra smantellare le certezze sulle quali gli umani fondano le relazioni con i propri simili e con l'esistenza in genere. Poi, nella narrazione che imbocca un percorso filosofico (o psicanalitico) che somiglia alle note matrioske russe, proprio quando sembra che le vite di tutti pendano dalle labbra virtuali di una entità informatica, accade qualcosa che rivelare significherebbe spoilerare il romanzo.
    Yari Selvetella in La mezz'ora della verità, libro apparentemente leggero, con acume insinua nella confusionaria coralità di un condominio romano, le contraddizioni della nostra società e una serie di interrogativi sul nostro ruolo nella comunità. Il plot è semplice: Varami è una app che qualche ragazzo scarica sul proprio cellulare: qualunque domanda si ponga, la risposta è sempre la verità. Che si tratti di sapere se la zia Italia del penultimo piano ha lasciato in eredità ai nipoti acquisiti il suo appartamento, se Marco Rulli ha mai tradito sua moglie Cristiana detta Lella oppure se il datore di lavoro Enea ha il denaro per pagare i due operai 'Zampetto' e 'Caromio'. Un gioco, sembra. Ma la app è troppo intrigante e in un fulmine si diffonde tra giovani e adulti. In realtà, come imbarazzava qualche affermazione dell'essere dalla aliena frangetta che era il Capitan Spock di Star Treck, "condannato" a dire sempre la verità, così Varami scardina gli equilibri tra le persone, che si tratti di coppie, di rapporti di lavoro o di amicizia. Bernard de Mandeville ne La favola delle api già tre secoli fa ammoniva chi pretendeva comportamenti rigorosissimi, irreprensibili negli umani. Che, al contrario, trovano il proprio equilibrio (anche) negli errori, nelle bugie.
    Con un ritmo incalzante, una cura meticolosa dei dettagli e la quotidianità della vita condominiale, Selvetella trascina il lettore nella angosciosa situazione in cui Varami cresce fino a diventare una entità punto di riferimento per tutti, sorta di moderno vate o divinità, che ogni giorno, alle 18, per mezz'ora dispensa verità inconfutabili, dello stesso peso spirituale della tavola dei Comandamenti.
    Fioccano le domande: chi è Varami? quali sono i criteri che utilizza? mira a scoperchiarci il cuore oppure a distruggerci, a instillare dubbi, incomprensioni tra le persone? saremo più soli dopo? A queste domande non ci sono risposte: non c'è comunicazione bidirezionale con Varami, che diventa sempre più potente e, a dispetto di ogni sforzo delle persone, riesce sempre a diffondere i propri messaggi, che sia attraverso una aspirapolvere, una radio anche se spenta o un altoparlante.
    Ciascuno dovrà confrontarsi con se stesso e, eventualmente, trovare la propria risposta. Valentino Ricci del terzo piano, un tipo strano, solitario, che va ficcanasando sugli inquilini, forse nei servizi segreti forse no, un'idea ce l'ha. Ma forse non è proprio quella vera.
   

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