GIAMPAOLO CADALANU 'SOTTO LA
SABBIA/LA LIBIA, IL PETROLIO, L'ITALIA' (LATERZA - 264 PAGINE -
20 EURO)
Il 20 ottobre del 2011 il leader libico Muammar el Gheddafi
veniva catturato e ucciso. Dalla fine del regime instaurato dal
Colonnello e dalla sua 'Rivoluzione Verde' per la Libia è
cominciata un'agonia senza conclusione. Quante bugie sono state
dette per giustificare l'intervento occidentale in Libia? Perché
l'Italia ha partecipato all'attacco appena due anni dopo aver
firmato il Trattato di amicizia con Tripoli? Francia, Regno
Unito, Stati Uniti, Italia, Qatar, Emirati Arabi Uniti e poi
Egitto, Russia, Turchia, con la partecipazione straordinaria
dello Stato Islamico: tutti i protagonisti della guerra e del
dopoguerra hanno sempre proclamato di avere motivazioni solenni,
a partire dall'interesse della popolazione locale. Ma
esaminandoli uno per uno e guardando alle scelte operative e al
risultato odierno, con il Paese nel caos, è evidente che al
centro dell'attenzione c'erano sempre e soltanto i giacimenti.
In tutto questo, il ruolo dell'Italia non è mai stato
secondario. Grazie ai legami storici e alla posizione
geografica, il nostro paese controlla i principali luoghi di
estrazione e le raffinerie in Tripolitania e in Cirenaica. Ma
quali sono i prezzi che paghiamo per tutelare i nostri
interessi? Con testimonianze esclusive, racconti di esperienza
diretta, analisi di specialisti e confronto di dati, Giampaolo
Cadalanu, esperto di crisi e conflitti in tutto il mondo - dal
Medio Oriente ai Balcani, dal Sudan all'Afghanistan, dalla Libia
all'Ucraina, dallo Sri Lanka al Libano - mostra che a smuovere
l'Occidente, molto più della tutela dei libici, sono stati e
sono ancora oggi gli interessi concreti: le risorse del
sottosuolo e gli equilibri di potere.
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