DANIELE NANNUZZI, 'INTERNO GIORNO.
COME IL CINEMA ENTRÒ NELLE NOSTRE' (Edizioni Artdigiland, e
disponibile sul sito Artdigiland e sulle principali piattaforme
on line).
Daniele Nannuzzi, l'autore, figlio del direttore della
fotografia Armando Nannuzzi, si forma accanto a lui lavorando
con i più grandi registi dell'epoca: da Mauro Bolognini a Luigi
Comencini, da Federico Fellini ad Antonio Pietrangeli e Luchino
Visconti. In pochi anni si afferma come autore della fotografia
firmando film di Carlo Lizzani, Franco Zeffirelli, Alejandro
Jodorowsky, Sergej Bondarčuk, Tinto Brass, Enzo Monteleone.
Con il film di quest'ultimo, El Alamein, la linea del fuoco si
aggiudica il David di Donatello, il Golden Globe e una
nomination ai Nastri d'Argento.
Dopo anni di cinema, Nannuzzi cura poi la luce di una lunga
serie di spettacoli teatrali: all'Opera di Roma, nei teatri di
Salerno, Spoleto, San Pietroburgo, Varsavia, affermandosi anche
come lighting designer.
L'edizione, ricca di 315 pagine a colori, ha la prefazione di
Caterina d'Amico e testimonianze di Enzo Monteleone e Alberto
Negrin.
"Dopo cinquantacinque anni di immersione in questo lavoro che
amo più di me stesso - dice Daniele Nanuzzi - , ho deciso di
scrivere un racconto sulla mia vita personale e professionale.
Perché Interno giorno? Perché non volevo che fosse solo un
catalogo delle mie esperienze cinematografiche ma che partisse
dall'intimo della mia famiglia. Il racconto inizia nel 1939,
anno in cui Armando Nannuzzi, mio padre, per caso, si ritrovò a
Cinecittà come aiuto assistente operatore sul set de La corona
di ferro di Alessandro Blasetti, e narra di come il cinema, come
in una favola, entrò nelle nostre vite".
Scrive invece nella prefazione Caterina d'Amico: "[Un] libro di
ricordi, ricco di immagini splendide e preziose, dal quale
apprendiamo che - come a tutti - anche a Daniele Nannuzzi la
vita ha riservato gioie, dolori, opportunità, ostacoli, che
sembra aver affrontato sempre con equilibrio. In lui c'è una
leggerezza che non è superficialità, una passionalità che non
provoca drammi, una dedizione non ossessiva che produce energia.
Attraverso le sue esperienze conosciamo un uomo generoso,
innamorato del proprio lavoro, aperto al dialogo e alla
collaborazione".
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