(di Elisabetta Stefanelli)
Due giorni per cercare di cambiare,
dolcemente, il mondo. È questo l'ambizioso progetto della
conferenza - 28 e 29 agosto - di dibattito e confronto, a porte
aperte e a porte chiuse, tra le mura di quel luogo meraviglioso
che è la Fondazione Cini sull'Isola di san Giorgio a Venezia: la
quarta Conferenza del Soft Power Club.
"Il Soft Power, il potere della persuasione, è più importante
che mai nel mondo che cambia", spiega Francesco Rutelli,
presidente e fondatore del club. "Ho lasciato la politica da 10
anni - spiega - e non mi sognerei mai di tornarci ma mi rimane
la voglia di mettere a frutto questa mia esperienza". Tutto
nasce, spiega Rutelli, dalla riflessione portata avanti nel 1990
da Joseph S. Nye in un libro in cui spiegava come l'Occidente
non poteva più basarsi sull'hard power. "Una lezione
drammaticamente attuale - aggiunge Rutelli - in un momento in
cui la guerra è tornata alle nostre porte". Consapevoli che
"solo l'ostinazione a voler ignorare la Storia può far credere
che il Soft Power possa sostituire il potere delle armi, o
l'influenza geopolitica basata sulla coercizione militare ed
economica". Ma, parimenti, convinti che "è l'esperienza storica
ad insegnarci che nessun Potere può sopravvivere a lungo senza
consenso; la pretesa di costruire il consenso solo attraverso la
manipolazione - brutale, o sofisticata che sia - non ha vita
illimitata".
Da qui nasce l'esperienza del club Soft Power che nella due
giorni della città simbolo della fragilità del futuro, Venezia,
porta "personalità internazionali di estrazione e ruolo molto
diversi" per confrontarsi "su alcune delle grandi sfide del
nostro tempo". A partire da - in senso alfabetico - S.a.r. il
principe El Hassan Bin Al Talal, che vede il suo paese, la
Giordania, minacciato nelle sue meraviglie archeologiche come
Petra o Jerash, dall'emergenza climatica. Si parte quindi il
primo giorno, il 28 agosto e si prosegue il 29, con temi come
"l'acqua, gli Oceani e i mari, l'accesso all'acqua potabile; la
crescita di un'agricoltura sana e di servizi forestali utili per
l'intera umanità; politiche di riduzione immediata delle
emissioni che alterano il clima; politiche per l'adattamento
agli effetti più dirompenti dei cambiamenti climatici,
specialmente nelle aree di grande concentrazione urbana e
costiere; l'incontro tra sistemi naturali e tecnologie per
l'assorbimento delle emissioni".
Al tavolo dei relatori competenze e provenienze disparate.
Apre Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, poi Giulio Boccaletti,
massimo esperto in tema di clima, Paolo Gentiloni, con un video
messaggio, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e
della sicurezza energetica. Mentre il giorno seguente le
presenze istituzionali vedranno al tavolo il ministro della
Cultura Gennaro Sangiuliano e il presidente della commissione
Cultura della Camera Federico Molloicone. Tra le personalità più
singolari ci sarà Kiran Mazumdar-Shaw, ottava donna più ricca
del mondo, indiana, industriale e sarà proprio in India il
prossimo appuntamento del Club nel febbraio 2024. Charles
Powell, già segretario privato della Thatcher; Ana Luiza
Thompson Flores, direttrice Unesco in Europa; Yuan Ding, della
Business School China in Europa; Fernando Clavijo, presidente
delle Canarie. E poi ancora lo storico Egidio Ivetic, Tiziana
Lippiello, Rettrice Ca' Foscari Università di Venezia; Roberto
Cicutto, presidente La Biennale di Venezia; Manuela Cacciamani,
fondatrice di One More Pictures e presidente dell'Unione Editori
e Creatori Digitali di Anica. E poi ancora da Juan Ignacio
Vidarte, Direttore del Guggenheim Museum Di Bilbao a Charles
Rivkin, Presidente e Ad della Motion Picture Association e molti
altri. "Qualcuno pensa che senza dialoghi e accordi tra le
popolazioni e le Nazioni della Terra, senza persuasione, senza
l'esercizio di una nuova stagione di Soft Power sia possibile
centrare obiettivi tanto complessi, e indispensabili?".
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