Il grande violinista Salvatore
Accardo torna ad esibirsi all' Accademia Nazionale di Santa
Cecilia. Il 2 marzo alle 20.30 all' Auditorium Parco della
Musica proporrà il Quintetto op. 29 per due violini, due viole e
violoncello, l'unica composizione originale per questo organico
composta da Ludwig van Beethoven. Nella seconda parte, Accardo e
i suoi musicisti interpreteranno un brano di rara esecuzione e
dall'organico inusuale come il Concerto per violino, pianoforte
e quartetto d'archi op. 21 di Ernest Chausson, ultimato nel
1891. In quattro movimenti, il Concerto è da annoverare tra i
maggiori capolavori della musica cameristica francese di fine
Ottocento, ma non è da considerarsi un sestetto né un brano
propriamente solistico. Accardo, torinese del 1941 cresciuto a
Torre del Greco, si è definito "un napoletano intransigente".
Vero e proprio talento musicale, ha imbracciato il violino per
la prima volta a tre anni, ha debuttato a 13, a 15 ha vinto il
Concorso di Ginevra e nel 1958 il Concorso Paganini. La passione
per la musica da camera lo hanno portato alla creazione del
Quartetto Accardo nel 1992, mentre nel 1996 ha ridato vita
all'Orchestra da Camera Italiana, formata dai migliori allievi
ed ex allievi dei corsi di perfezionamento dell'Accademia W.
Stauffer di Cremona. "Come ricordo sempre ai giovani - dice - la
musica d'insieme è un valore fondamentale per un musicista
completo, un arricchirsi continuo ascoltando se stessi
attraverso l'ascolto della voce degli altri. Il lavoro in
orchestra e nella musica da camera è in fondo una metafora della
vita: la propria libertà si conquista nel rispetto di quella
altrui, esaltando le potenzialità di ciascuno e creando totale
armonia". Accardo suona il violino Guarneri del Gesù "Hart" del
1730.
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