La musica di Giacomo Puccini anche
come frutto di un adattamento delle tecniche più avanzate, pure
l'atonalità, al gusto popolare e la famiglia come valore
fondamentale per il compositore noto peraltro anche per le sue
vicende amorose extra-coniugali ma che giunse a chiudere occhio
sul rischio di essere arrestato come spia pur di non rompere il
suo matrimonio.
Questi due aspetti, musicali e aneddotici noti agli esperti
ma meno al grande pubblico, sono stati tratteggiati dal
presidente del Comitato promotore delle celebrazioni pucciniane,
Alberto Veronesi, parlando a una serata dedicata questa
settimana dall'Ambasciata d'Italia a Berlino al compositore
d'opera toscano.
Puccini aveva "la consapevolezza che le innovazioni, il
leitmotiv, l'orientalismo, la tonalità e la bitonalità, finanche
la musica dodecafonica, l'uso dei rumori o delle percussioni
potevano, sì essere utilizzate, ma andavano adattate alla
capacità del popolo di capire e di ritenere", ha premesso il
direttore d'orchestra.
"Nel dopoguerra si è invece diffuso l'equivoco che la musica,
quella vera, dovesse essere (…) frutto della ricerca accademica
e della sperimentazione, mettendo quindi all'indice" almeno come
fece "una parte di una certa intellighenzia italiana, la musica
ritenuta troppo popolare di Puccini", ha aggiunto Veronesi.
Elencando i valori di riferimento del compositore, Veronesi
ha ricordato che Puccini ha "sopportato di tutto pur di salvare
il proprio matrimonio. Una volta Elvira, sua moglie, scrisse
addirittura alle Frontiera Svizzera una lettera anonima
accusando il proprio marito di essere una spia tedesca, affinché
non varcasse il confine" per "incontrarsi con eventuali sue
amiche. Eppure rimase sposato", ha sottolineato il capo delle
celebrazioni pucciniane.
"L'amore per la famiglia è ben visibile", ha affermato
citando "suor Angelica con la relazione tra madre e figlio, allo
stesso modo di Butterfly: sono donne che si tolgono la vita per
il proprio figlio. Ma anche Tosca, Manon Lescaut, Boheme,
Turandot, vedono il tema (…) del suicidio" commesso per "salvare
il partner o comunque la persona che si ama. Alla base di tutta
la poetica pucciniana vi è dunque la famiglia", ha sostenuto
Veronesi.
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