"Avevo scritto i primi sei brani. Un titolo ancora non c'era. Poi comincio a vedere la Rosa dei venti dappertutto: tatuata sul braccio di un cameriere, su un mosaico per terra, su una lettera che mi spediscono degli amici. A quel punto mi sono detta: sarà forse questo il titolo che non mi viene? E allora è nato anche il brano". Così Gaia, dopo la partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo (con il video del coreografo Carlos Diaz Gandia diventato virale) esce ora con il suo terzo album, il primo interamente in italiano: Rosa dei venti.
Un lavoro di scrittura personale, istintivo e autentico, quasi un flusso naturale sui suoi vent'anni, frutto anche dei viaggi tra Amazzonia a Islanda, con tredici tracce, di cui dodici inediti in aggiunta al brano sanremese Chiamo io chiami tu, e le collaborazioni con Capo Plaza, Guè, Lorenzza e Toquinho, disponibile dal 21 marzo per Columbia Records/_Sony Music Italy (già in preorder).
"Mi sento un po' stralunata - esordisce - Ho atteso così tanto questo momento che non me ne capacito. Rosa dei venti è un disco scritto negli ultimi tre anni. Arrivavo dall'uscita del secondo.
C'era stato il Covid, non avevo potuto avere un contatto reale con il pubblico vis à vis. I social possono essere fuorvianti, anche se io sono stata molto fortunata. Ora riprendo il ciclo naturale della vita, anche per lasciarmi stupire".
Il disco apre al suo diario personale e, tra pezzi più intimi e canzoni più energiche, traccia un percorso alla ricerca della bussola interiore, in una fase della vita che sembra non avere direzione, guidata da venti che soffiano e decidono per noi.
Prima traccia è Beijo, quasi una preghiera d'augurio con i contributi delle persone più importanti della vita di Gaia, che la accompagnano e la proteggono attraverso le loro voci: le parole di sua nonna, delle sorelle Giorgia e Frida e di suo padre. Il disco si chiude invece simbolicamente, in coda al brano Vento (feat. Toquinho), con le parole della madre che le augura di sentirsi libera e di volare. E poi ecco Cicatrice, in cui canta di sé stessa, delle sue insicurezze, dei dubbi e delle difficoltà e che anche alla presentazione la commuove. O Rosa dei venti, in cui si interroga sulla direzione che vuole prendere nella vita.
"E' un disco che mi ha concesso tanta libertà - prosegue lei, anima divisa in due tra Italia e Brasile - L'italiano? Mi è piaciuto ricordare a tutti che la nostra lingua è una coccola musicale e che la sua poesia non si può eguagliare. Toquinho? Tutti i grandi sono accomunati dall'umiltà. Ogni secondo libero si metteva a suonare come un bambino. Ha uno spirito estremamente giovane. Mi ha dato tanti consigli e, soprattutto, mi ha consentito di divertirmi e godermi il palco di Sanremo.
Affrontarlo è sempre una sfida", ammette lei, quest'anno era alla sua seconda volta in gara. Quanto al successo del tormentone estivo Sesso e samba insieme a Tony Effe, "non me lo aspettavo - dice - ma mi ha regalato maggiore confidenza con me stessa, per chiudere il disco e accettare tutti i lati di me, anche quello più pop". E ancora, "per me - dice - oggi esiste un prima e un dopo il viaggio in Amazzonia. Credo di aver trovato il 'mio' posto. La trasformazione? Sta ancora avvenendo. È un check quotidiano con te stessa". Poi, colpita, parla di quanto siamo "tutti connessi". "Entriamo in un momento della storia - conclude - che mi ha veramente messo davanti a molte domande". Il 7 maggio Gaia torna anche dal vivo con un concerto evento, prodotto da Vivo Concerti, al Fabrique di Milano. A marzo e aprile, invece, il tour negli instore di tutta Italia per incontrare i fan e firmare le copie di Rosa dei venti.
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