Filippo Gorini, 30 anni, tra più
brillanti pianisti del panorama musicale internazionale, sarà il
27 marzo al Teatro Argentina di Roma, ospite dell'Accademia
Filarmonica, per un un nuovo progetto triennale con l'esecuzione
delle ultime Sonate di Beethoven e Schubert affiancate a prime
esecuzioni di autori contemporanei.
Premio Abbiati nel 2022 come miglior solista, Gorini ha
conquistato le più importanti sale da concerto e teatri
d'Europa, fino ai più recenti debutti alla Scala di Milano e
alla Carnegie Hall di New York. Nel suo concerto la Filarmonica
Romana - che ne aveva 'fiutato' il talento già nel 2017 con un
primo concerto e poi nel 2019 con un primo recital all'Argentina
- il giovane musicista brianzolo proporrà le prime esecuzioni
italiane delle più recenti composizioni, ancora inedite, dalla
raccolta Játékok del novantanovenne György Kurtág, compositore
di riferimento per il secondo Novecento fino a oggi. Játékok, in
italiano Giochi, è un lavoro di una vita che iniziato nel 1973,
a scopi didattici, è diventato espressione della scrittura
compositiva dell'autore ungherese. I tre inediti - i primi due
in prima italiana -, sono Hazatérés [Tornare di nuovo a casa] -
Hommage à Eötvös Péter 80 (2023-24), In memoriam Gyuri Maros
(2023) e Màrta Ligatùràja (2022), cui si affiancano, dalla
stessa raccolta, In memoriam Edison Denisov (1996) e Kedves
scritto negli anni Cinquanta.
"Alcuni pezzi di Kurtág - racconta Gorini, che ha conosciuto
il compositore e ha lavorato con lui - sono accessibili persino
ai bambini che si avvicinano al pianoforte. Ma è un repertorio
che chiede un'enorme cura nell'ascolto, nel silenzio tra le
note, nelle microsfumature di articolazione e di dinamica.
Kurtág riesce a esprimere l'intensità dell'esistenza senza
filtri. E questo lo rende un compositore di un'umanità
straordinaria".
Seguiranno le ultimissime Sonate per pianoforte di Beethoven
e Schubert, in quest'occasione due capolavori che si succedono a
distanza di pochi anni: la Sonata n. 32 e la sonata Si bemolle
maggiore.
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