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Le Tre Sorelle di Cechov secondo Muta Imago

Le Tre Sorelle di Cechov secondo Muta Imago

Autore esemplare in tempi senza speranza amato dai giovani

ROMA, 11 maggio 2023, 14:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quello che esprimono queste cechoviane Tre Sorelle, solo loro in scena (al Teatro India di Roma fino a domenica 14 maggio), che propone Muta Imago con la regia di Claudia Sorace, è un profondo disagio esistenziale che arriva allo spasmo, a mutare accennati passi di danza in agitazione spastica, e appaiono come chiuse in una prigione, camminando inquiete lungo i lati del quadrato che limita lo spazio scenico, quasi un ring in cui si lotta con la vita di tutti i giorni nella villa di provincia da cui sognano di fuggire e tornare a Mosca. Il tutto sottolineato e talvolta esasperato dalle musiche elettroniche, magari una nota aspra, stridente tenuta a lungo, o basse vibrazioni che arrivano allo stomaco, elaborate dal vivo da Lorenzo Tomio. Un Cechov destrutturato, con drammaturgia di Riccardo Fazi e di cui restano solo alcune battute (anche se in locandina resta come l'autore), tradotto in una rappresentazione fisica di quel senso di sospensione che ci pare abbia fatto sì questo drammaturgo sia diventato emblematico da un po' di anni e via via espressione generazionale, esprimendo i sentimenti di chi si sente prigioniero della situazione in cui vive, senza un futuro che così uccide ogni progetto tramutandolo in illusione e delusione. Solo di recente ecco un Giardino dei Ciliegi di Lidi, uno Zio Vanja, per il quale "quando non c'è più vita vera, si vive di miraggi", con regia di Roberto Valerio, ora queste Tre Sorelle e nei prossimi giorni, a Firenze, debutta un altro Giardino dei Ciliegi con regia di Roberto Bacci e i giovani attori del Teatro di Toscana che saranno, emblematicamente, come già nell'allestimento di Lidi, sempre tutti presenti in scena, a mostrare un mondo che scompare travolto dal progresso, dalla speculazione inesorabile, che non lascia spazio a sogni e speranze. Lo spettacolo è costruito sulla materia dei corpi delle tre sorelle: Federica Doredei (Olga), Monica Piseddu (Mascia), Arianna Pozzoli (Irina), tutte davvero brave nelle oro movenze di danza, nell'esprimere insofferenza (attaccandosi qui anche a un telefono), nell'agitazione disperata, agendo in un mondo di oscurità e luci (curate da Maria Elena Fusacchia).
   

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