Gennarino e Raffaella, ovvero
Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, sono i due naufraghi che
si ritrovano a convivere in un'isola deserta in Travolti da un
insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, film iconico del
1974 di Lina Wertumuller e che ora nel rifacimento di Marcello
Cotugno per il teatro saranno interpretati il 21 e 22 dicembre
alle 21 al Celebrazioni di Bologna.
La benestante e snob signora del Nord e l'immigrato
nordafricano naturalizzato siciliano rivivranno con i volti di
Giuseppe Zeno e di Euridice Axen in uno spettacolo con la regia
dello stesso Cotugno che trae il suo allestimento dal testo
teatrale che Lina Wertmüller scrisse in collaborazione con
Valerio Ruiz.
"Affrontare a teatro Travolti da un insolito destino
nell'azzurro mare d'agosto di una delle maggiori registe del
cinema italiano e autrice che ha profondamente segnato la
cultura e l'immaginario del nostro Paese, è una sfida che
abbiamo deciso di accettare con la dovuta umiltà - spiega
Cotugno. - La nostra versione ricolloca la storia nella
dimensione del contemporaneo, scegliendo come nuovo campo di
battaglia il differente clima socioculturale di una società
tardo capitalista, in cui nuove tensioni e nuove contraddizioni
determinano e orientano conflitti ed emozioni tra i personaggi".
Racconto d'amore e di lotta di classe, la messinscena rimanda
alla versione cinematografia, ma senza imitarla: nella visione
registica di Cotugno si riequilibrano i rapporti di forza tra i
due protagonisti in nome della parità di genere, ma la
sceneggiatura, allo stesso piano di quella di Wertmüller, non
perde la sua capacità di provocare, divertire, spiazzare.
"Equilibristi, lottatori, nemici e amanti, Gennarino e
Raffaella riempiranno il palco della tensione sensuale e della
ruvida poesia che si fa strada nei loro cuori induriti -
aggiunge Cotugno -. Una volta in salvo, lontano dall'isola per
Gennarino e Raffaella non ci sarà salvezza, perché l'amore non
basta ad amarsi, sembra dirci Wertmüller nell'amaro epilogo di
una storia che, a quasi mezzo secolo di distanza, non smette di
essere una potente allegoria dei conflitti ideologici, economici
e di genere che attraversano la società umana".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA