"Abbiamo un dovere, oggi più che mai: la nostra passione per il giornalismo e per la radio non devono assolutamente rimanere schiacciati dalla paura del Coronavirus. Così come i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, anche noi che lavoriamo nel campo della comunicazione e dell'intrattenimento radio televisivo abbiamo una missione: informare senza allarmare, comunicare tentando di non peccare mai di cattivo gusto, intrattenere con la consapevolezza del potere che abbiamo davanti a un microfono o a una telecamera". Quasi un vadecum, Pierluigi Diaco lo scrive sul sito di RTL, poco prima di andare in onda, come ogni giorno all'alba, con Non Stop News, il magazine di informazione che conduce insieme a Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi (su Rtl 102.5 dalle 6 alle 9).
"RTL è la radio più ascoltata d'Italia. Se possibile in questi giorni abbiamo ancora più responsabilità", spiega, al termine della puntata, all'ANSA. "Alle sei di mattina ci telefona tantissima gente mentre esce per andare a lavorare - prosegue - Sono soprattutto imprenditori preoccupati per la situazione economica, infermieri che hanno appena finito il turno di notte negli ospedali. E poi gli autotrasportatori, che ci garantiscono cibo, farmaci, giornali e non li ringraziamo mai abbastanza. Tante mamme che commuovono perché non possono vedere i figli che abitano altrove o sono all'estero. Ma c'è anche un senso di appartenenza alla patria, alla nazione, che mai avevo percepito così prepotente. La radio è un mezzo che ha unito il paese in tempo di guerra e continua a farlo ancora oggi, in questo dramma surreale. Poter telefonare, parlare con il conduttore è sentirsi parte di una grande comunità".
Anche per questo, il 20 marzo alle 11, tutte le radio italiane, nazionali e locali si uniranno nella grande "adunata" de La radio per l'Italia, diffondendo contemporaneamente (anche su tutte le piattaforme Fm, Dab, in tv e in streaming sui siti e sulle App) l'inno di Mameli e poi a seguire Azzurro, La Canzone del Sole e Nel Blu Dipinto di Blu, tutte canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. Al termine, 70 navi della Marina Militare, in sette basi navali, per un totale di 5212 uomini e donne di equipaggio, suoneranno le sirene di bordo. Un'iniziativa straordinaria e unica, per dare forza all'Italia che deve andare avanti unita e un messaggio di partecipazione e connessione nell'emergenza. "Credo sia un sentimento diffuso autentico - prosegue Diaco - che oltrepassa steccati politici e pregiudizi ideologici. Noi abbiamo quotidianamente ospiti politici e mi ha colpito come in questi giorni non arrivino messaggi particolarmente 'aggressivi'. Credo accada perché la politica stessa sta usando toni sobri, non strumentalmente polemici. E poi c'è la generosità degli artisti. L'altra mattina abbiamo chiamato Andrea Bocelli alla 8.40. Si era appena svegliato - sorride Diaco - Non solo ci ha fatto ridere, raccontando come, pochi giorni fa, camminando sul bordo della piscina è caduto in acqua. Ma quando ho provato a chiedergli di accennare qualche nota, ha voluto accendere la tastiera per cantarci la Canzone del Piave".
Quanto al giornalismo, prosegue Diaco, "nell'emergenza, c'è una responsabilità ancora maggiore a fare al meglio il proprio mestiere. A comunicare bene e correttamente, dosando le parole, coscienti che le persone in questo momento passano ore davanti alla radio o la tv in attesa di notizie. C'è poi il problema della fake news. Dobbiamo essere come 'missionari' della comunicazione. E' importante riconoscere i propri limiti, non rincorrere lo scoop a tutti i costi". Ma c'è anche qualcosa di positivo. "Questa orrenda esperienza - conclude - ci sta reinventando come esseri umani. Alla fine avremo imparato tutti a dare un valore diverso al tempo e a come lo occupiamo".
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