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Scrivere, un vizio che rende liberi

Scrivere, un vizio che rende liberi

Sermonti e il viaggio antologico nel suo mondo letterario

ROMA, 18 dicembre 2015, 11:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Marzia Apice) VITTORIO SERMONTI, IL VIZIO DI SCRIVERE (RIZZOLI, pp.560, 23 Euro). Leggendo alcuni stralci de Il tempo fra cane e lupo non si ha nessun dubbio sul perché l'autore, Vittorio Sermonti, consideri quello il suo libro più bello e più caro fra le innumerevoli pagine scritte nel corso di una vita dedicata alla letteratura: pagine che oggi è possibile ripercorrere saltando di opera in opera grazie a Il vizio di scrivere, l'ultima monumentale fatica che il celebre scrittore ha messo in piedi per Rizzoli condensando in un unico volume le sue parole più belle. Se a distanza di anni (Il tempo fra cane e lupo è stato scritto nel 1980) è ancora impossibile non farsi ammaliare da una Praga senza tempo (eppure così radicata in quel "socialismo dal volto umano"), le cui atmosfere l'autore ha descritto attraverso istantanee letterarie, grazie a questa operazione "amarcord" il lettore avrà varie occasioni lasciarsi trascinare in quel posto magico dove la grande scrittura di Sermonti sa condurre. Perché tante sono le emozioni di cui si deve parlare sfogliando questo imponente tomo, fatto sostanzialmente di imperdibili ricordi letterari che catturano mente e cuore di chi legge. I racconti e i libretti d'opera, la traduzione del Tartufo di Molière e l'appassionata dissertazione su "La cosa poesia", l'omaggio a Giacomo Leopardi e Giuseppe Verdi e la cronologia della vita di August Strindberg, fino alle poesie e alle imperdibili e gustosissime "storielle" tratte da La morte non esiste: è tutto un variopinto caleidoscopio letterario che dimostra non solo quanto il "vizio" bellissimo della scrittura sia in Sermonti radicato e imprescindibile, ma soprattutto quanto il suo universo immaginifico appaia multiforme e appassionato. In questo libro infatti non ci si annoia mai, perché mentre cambiano i generi letterari e le tematiche, gli stili e i contesti, ciò che non cambia è la versatilità stilistica dell'autore, sempre maestro nell'ammaliare e nel coinvolgere il lettore nelle sue tante attività, dal narratore al saggista, dal traduttore al regista e attore. A 86 anni, Sermonti offre ancora un regalo di alta cultura, intelligenza, acume ed eloquio brillante, sempre venato da una sottile ironia, anche quando le riflessioni sottese sono profondissime. In questo percorso antologico a ritroso nel tempo, non c'è spazio (o forse giusto un poco) per la malinconia del passato: la parte del leone la fa un entusiasmo contagioso, che si irradia da ogni pagina, e che raggiunge come un dono inaspettato e sorprendente chi legge.
   

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