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La meridiana che ispirò Stephen King

La meridiana che ispirò Stephen King

Tra noir gotico e Wodehouse divertente romanzo Shirley Jackson

ROMA, 17 marzo 2022, 11:26

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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SHIRLEY JACKSON, ''LA MERIDIANA'' (ADELPHI, PP. 252 - 19,00 EURO - TRADUZIONE DI SILVIA PARESCHI) - I funerali del giovane Mr. Halloran si sono appena svolti, tutti stanno tornando e mentre la madre Orianna entra in casa, Lionel, moglie del defunto dice alla piccola figlia: ''Magari schiatta sulla soglia. Fancy, tesoro, ti piacerebbe vedere la nonna schiattare sulla soglia?''. ''Si, mamma'', replica Fancy e mentre la madre prosegue: ''Pregherò fino alla fine dei miei giorni perché accada'', la piccola chiede: ''Devo spingerla?, come lei ha spinto papà giù dalle scale e lo ha ucciso, non è vero?''. Inizia, rivelandoci subito lo spirito del racconto, con questo dialogo, nero come il vestitino lungo fatto indossare alla bambina e comicamente divertente, questo romanzo del 1958 di Shirley Jackson, noto anche perché Stephen King ha detto di esserne stato ispirato per scrivere ''Shining''.
    Al centro della vicenda l'arrivo di una sorte di apocalisse (si parla di fuoco dalla terra e dal cielo, inondazioni, terremoti e lava incandescente) annunciata in un giorno di fitta nebbia in giardino dal fantasma del genitore alla figlia Fanny che, svenendo, riferirà la cosa a tutti gli altri che si chiuderanno in casa, una villa molto particolare in cui campeggiano curiose scritte (''Che cosa è questo mondo?'' - ''Se non ora, quando dovremmo vivere?''), separata da un alto muro da un inquietante villaggio, divenuto meta di frotte di curiosi da quando una ragazza ha ammazzato con un martello tutta la sua famiglia. Saranno infatti gli Halloran gli unici destinati a sopravvivere in quel luogo sicuro. E la villa, le case, una certa attenzione agli spazi architettonici sono, assieme ai fantasmi, una delle caratteristiche dei romanzi della Jackson che, non a caso, soffriva di agorafobia e viveva anche lei praticamente chiusa nella sua casa frequentata da artisti, musicisti, poeti di ogni genere, contornata da taccuini e penne per annotare quel che le veniva in mente e che sarebbe diventato materiale per i suoi romanzi battuti a macchina sino a notte fonda, dal più famoso e disturbante ''la lotteria'' a ''L'incubo di Hill House'', da ''Lizzie'' ai sorprendenti racconti raccolti in ''La luna di miele di Mrs. Smith'', già pubblicati da Adelphi con vari altri.
    ''La meridiana'' è uno delle sue narrazioni più divertenti e affascinanti, gioco in un crescendo di fantasia e di trovate apocalittiche e salvifiche per la bizzarra famiglia Halloran, cui si aggiungono Essex, il giovanotto incaricato di catalogare la biblioteca dal padrone di casa, Richard marito ridotto su una sedia a rotelle di Orianna, e Miss Ogilvie, la governante della piccola Fancy. Personaggi di Wodehouse in un romanzo gotico, è stato scritto, continuamente demistificato da uno spirito farsesco di fondo, senza però che risulti meno avvincente la lettura, con i suoi particolari: dalle siepi non curate e invadenti che costruiscono un labirinto da cui non è facile uscire alla Casa delle bambole tutta funzionante e perfetta riproduzione della villa, con cui ha l'ossessione di giocare Fancy, bambina terribile tipica di tanti horror, che ribolle per questa fine del mondo che per lei arriva troppo presto e annuncia freddamente che ''Quando la nonna morirà, distruggerò la casa delle bambole. Non mi servirà più'', perché tutto a quel punto sarà suo.
    Un racconto spiazzante, come gli indizi di cui lo dissemina l'autrice con abilità, senza mai rivelarci davvero nulla e riuscendo a dare un briciolo di umanità e quindi rendere accettabili questi suoi personaggi antipatici e negativi che, alla viglia dell'evento fatale, daranno una grande festa in villa in vitando tutto il vicino villaggio in cui ognuno, in vista della fine, è indurito e chiuso dalle sue paure e egoismi: ''La vista del proprio cuore è avvilente; le persone non sono fatte per guardarsi dentro, è per questo che hanno ricevuto un corpo: per nasconderci l'anima''.
   

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