"La ripresa non sarà semplice,
nonostante i 191,5 miliardi del Recovery Plan europeo, che
arriveranno in parte come trasferimenti e in parte come prestiti
a lungo termine".Lo sottolinea il XXV Rapporto sull'economia
globale e l'Italia, 'Un mondo sempre più fragile', presentato
dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi e da Intesa
Sanpaolo. Il Rapporto - a cura di Mario Deaglio, docente emerito
di Economia Internazionale dell'Università di Torino - non offre
ricette, ma punta a cogliere le tendenze per il futuro, le
opportunità.
Il Recovery Plan - spiega il Centro Einaudi - sottoporrà
l'Italia a uno sforzo titanico per fare le cose nei tempi
previsti. Ma non basta: anche se non sono ancora chiari gli
indicatori con i quali la Commissione valuterà l'Italia e
decidere se meriteremo le tranches successive di finanziamento,
è certo che il successo verrà misurato non solo dalla capacità
di spendere, ma anche da quella di rimuovere, con riforme
adeguate, i vincoli attuali alla crescita. L'elenco delle
riforme su cui l'Italia verrà valutata non esiste ancora, ma il
Parlamento europeo ha già scritto nero su bianco che i Piani
dovranno stimolare "il potenziale di crescita" e avere un
"effetto duraturo" comportando "riforme globali".
Secondo il Rapporto Einaudi, le riforme principali sono
quella della burocrazia, quella della giustizia (civile) e la
riforma tributaria. Per ripartire l'Italia ha bisogno di
investimenti "buoni", in infrastrutture, in ricerca e
innovazione, in formazione del capitale umano".
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