Arriva l'atteso riordino delle accise che renderà il diesel più caro e la benzina più economica. Un "riallineamento" che il governo aveva anticipato nel Piano strutturale di bilancio a settembre, e che ha ora approvato in via definitiva nel quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale. Nel Consiglio dei ministri hanno visto il via libera anche altri provvedimenti fiscali: dalla proroga dell'adesione al concordato preventivo biennale, che slitta dal 31 luglio al 30 settembre escludendo chi adotta il regime forfettario, al testo unico in materia di riscossione e, in prima lettura, un correttivo che introduce diverse misure di semplificazione in materia di adempimenti e versamenti.
"Con questi provvedimenti il governo conferma il proprio impegno nel percorso di ammodernamento del nostro sistema fiscale perseguendo gli obiettivi di certezza del diritto e di competitività della nostra Nazione. Rendiamo il nostro sistema più equo, moderno ed efficiente, per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese", ha detto Leo.
La riforma delle accise, spiega Leo, "introduce importanti meccanismi di semplificazione per gli operatori, a garanzia dell'erario. Un intervento che migliora l'efficienza del sistema tributario, riducendo oneri burocratici e rafforzando la fiducia tra Stato e contribuenti". Le accise del gasolio e della benzina oggi sono pari rispettivamente a circa 62 e 73 centesimi al litro. Con il riallineamento, il diesel dovrebbe aumentare di 1-2 centesimi mentre la benzina vedrebbe un calo della stessa misura. Per il Codacons, l'aumento di 1 centesimo equivale ad una maggiore spesa da 0,61 euro su un pieno da 50 litri. In ogni caso sarà un decreto interministeriale (Ambiente, Economia, Trasporti e Agricoltura) a fissare le nuove aliquote, che saranno riordinate comunque nell'arco di cinque anni. Le maggiori risorse incassate dallo Stato saranno destinate al trasporto pubblico locale, come già annunciato dal governo e indicato anche nei pareri di Camera e Senato. Tra l'altro, l'intervento sulle accise rientra anche tra gli impegni del Pnrr. Nello stesso decreto si disciplina anche la parte fiscale per la produzione del vino dealcolato, "consentendo alle imprese italiane di investire ed operare in nuovi mercati", ha detto il viceministro.
Oltre ad una serie di misure di semplificazione in materia di adempimenti e versamenti, "viene rivisto il concordato preventivo biennale, estendendo l'adesione all'istituto entro il 30 settembre (in precedenza era il 31 luglio) e, tenuto conto della sperimentalità del concordato, vengono esclusi i soggetti che adottano il regime forfetario", ha chiarito Leo. In materia di contenzioso è invece prevista la possibilità di poter usufruire della conciliazione giudiziale per tutti i ricorsi pendenti in Cassazione. Prima di questo correttivo, la conciliazione era dedicata solo ai ricorsi pendenti in Cassazione dopo il 5 gennaio 2024, oggi invece viene esteso a tutti: "Un modo per snellire il carico processuale, ottenere in anticipo maggiori risorse e raggiungere l'obiettivo Pnrr in materia".
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