(di Sara Bonifazio)
Essere innovatori 'paga', anche nel
settore manifatturiero, le imprese che lo fanno vedono crescere
il fatturato ma gli imprenditori italiani non hanno pazienza e
guardando al breve vedono solo i costi che gli incentivi non
coprono perché lo stravolgimento dei tassi, con interessi al 4%,
ha scombussolato la 'matematica' fiscale. Transizione digitale e
sviluppo del business sono al centro della sesta edizione
dell'Italian Mid Cap Conference organizzata da Mediobanca e con
una ricerca 'It's all about IT' realizzata in collaborazione con
Google elabora una classifica della maturità digitale delle
medie imprese, quelle con un fatturato tra i 50 e i 100 milioni
di euro.
"Nel tempo, strutturalmente, le imprese innovatrici superano
le concorrenti per fatturato, crescita degli attivi, margini e
per cash flow - spiega Andrea Filtri, co-head di Mediobanca
research - ma il punto è che solo il 5% del campione analizzato
(600 imprese, ndr) è innovatore e non perché non abbiano soldi
per gli investimenti, più dell'80% sarebbe in grado di
sostenerli; emerge invece un fattore culturale e il timore
dell'impatto nel breve di investimenti pesanti". Invece "appena
1 miliardo per il campione, un investimento ragionevole, (28
miliardi parametrati a livello paese) varrebbe molto:
un'accelerazione del pil nazionale dello 0,7% in 5 anni senza
calcolare le ricadute positive indirette".
Lo studio ha identificato quali maggiori ostacoli alla
digitalizzazione delle imprese la penuria di lavoratori
digitalmente alfabetizzati, i processi aziendali poco
digitalizzati o integrati tra loro e la necessità di sostenere
investimenti elevati a livello di singola impresa. Le imprese
potrebbero farcela da sole ma visto che il governo vuole
incentivare comportamenti virtuosi potrebbe intervenire
"introducendo l'educazione digitale in età scolastica, con la
riforma degli istituti tecnici superiori e la riqualificazione
della forza lavoro" suggerisce Mediobanca. Inoltre bisognerebbe
riformulare gli incentivi fiscali prevedendo crediti d'imposta
per importi tali da coprire almeno il costo di finanziamento,
una parte sia dei costi di implementazione che di quelli di
aggiornamento del software di macchinari non obsoleti e
garantire una loro maggiore stabilità nel tempo, al fine di
consentire visibilità sugli investimenti in un arco pluriennale.
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