L'appuntamento del Campus Bio-Medico
ha dato simbolicamente il via alla prima edizione del master di
primo livello in Cybersecurity management "che ha già fatto il
tutto esaurito".
"Sappiamo bene quanto la minaccia cibernetica sia in crescita
nel nostro Paese, in particolare nei settori della sanità, del
manifatturiero e quanto sia alto il rischio cibernetico delle
Pmi italiane", ha sottolineato Bruno Frattasi, il direttore
generale dell'agenzia per la cybersicurezza nazionale, chiudendo
un confronto sviluppato con molti interventi: "Non resta quindi
- avverte - che attrezzarsi per essere preparati per affrontare
i rischi e le insidie degli incidenti informatici. C'è bisogno
di crescere in resilienza, in consapevolezza e in robustezza
cyber".
Anche per Frattasi - come riporta una nota - "ricerca e
formazione giocano un ruolo fondamentale per promuovere una
nuova cultura della cybersicurezza. Questo vale per i cittadini
come per le amministrazioni pubbliche e il tessuto produttivo".
Un riferimento anche alle stesse iniziative dell'Università
Campus Bio-Medico.
"Le Università specializzate come il Campus Bio-Medico e i
centri di ricerca in cui i temi della cybersicurezza si studiano
e si progettano, devono aprirsi all'esterno per dare supporto
concreto al tessuto produttivo nazionale in questo percorso di
innovazione", ha sottolineato Roberto Setola, ordinario di
automatica presso la facoltà di Ingegneria dell'Università
Campus Bio-Medico di Roma: "In loro - dice - le piccole e medie
imprese italiane possono trovare un punto di riferimento sul
territorio per scegliere programmi e corsi di formazione, ma
anche per reperire fondamentali competenze abilitanti in ambito
cybersicurezza". Strategia portata avanti dal Campus Bio-Medico
che ha generato "un eco-sistema win-win fra ateneo e piccole e
grandi aziende".
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