(di Simonetta Dezi)
La questione armi arriva in
Parlamento. Alla Camera la commissione Difesa dà il via libera
all'acquisto dei carri armati tedeschi Leopard 2 e l'Aula del
Senato approva nuove norme sul controllo dell'esportazione,
importazione e transito dei materiali di armamento. Protestano
il Pd, Avs e M5s, che puntano il dito sulla mancanza di
trasparenza e di controlli. "Si introducono in realtà elementi
di opacità per cui le banche potranno evitare di essere
trasparenti", afferma il senatore Dem Graziano Delrio. Una "pace
disarmata non esiste", replica Forza Italia con Pierantonio
Zanettin. Ma anche per Italia Viva si tratta di un
"provvedimento che ha trovato un punto di equilibrio tra un
meccanismo di maggiore efficienza affidata al governo e il
riconoscimento del ruolo delle Camere".
Il provvedimento approvato da palazzo Madama, che deve
passare ancora all'esame della Camera, modifica l'attuale legge
(185/1990) che regolamenta l'import-export di armi. Nelle
intenzioni del legislatore c'è la semplificazione delle
operazioni per lo scambio di materiali d'armamento a vantaggio
delle imprese italiane del settore. La responsabilità
dell'applicazione della legge è affidata al Comitato
interministeriale per gli scambi di armamento per la difesa
(Cisd), presieduto dal premier con segretario il sottosegrtario
alla presidenza del Consiglio. Sul fronte delle imprese, viene
raddoppiato il tempo per la presentazione della documentazione
delle operazioni di trasferimento e allo stesso tempo arrivano
però sanzioni più pesanti qualora non si rispettino le scadenze.
Il ddl reca anche una precisazione per il sistema bancario: gli
obblighi di comunicazione delle transazioni bancarie saranno in
capo a banche e intermediari finanziari. Inoltre il presidente
del Consiglio è tenuto ad inviare ogni anno alle Camere una
relazione dettagliata sul import-export di armi.
Alla Camera intanto, la commissione Difesa ha approvato il
programma di acquisizione dei Leopard 2: dovrebbe durare 14 anni
e prevede l' acquisizione di 132 carri armati destinati a
costituire due reggimenti carri e fino a 140 piattaforme
corazzate derivate per equipaggiare le unità delle brigate
pesanti, medie e leggere, tutti i reggimenti genio e i
reggimenti logistici dell'esercito e gli istituti di formazione.
Il costo complessivo è stimato in 8 miliardi e 246 milioni di
euro. Si tratta di "una decisione immorale", commenta il leader
di Avs Nicola Fratoianni. "Una vergogna", dice Angelo Bonelli di
Europa Verde.
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