"La presidente del Consiglio per
l'ennesima volta continua a negare l'evidenza: da una parte,
attribuendosi meriti non suoi rispetto ai 4,5 miliardi di euro
in più incassati dall'Agenzia delle entrate nel 2023, dall'altra
nega gli innumerevoli condoni approvati fin qui dal governo".
Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari,
commenta in una nota le dichiarazioni della premier Giorgia
Meloni sul fisco.
Secondo il dirigente sindacale, "la realtà è ben altra. I
maggiori incassi sono dovuti, in misura minore, alla ripresa
delle attività di controllo, dopo la pausa forzata del periodo
Covid, e a provvedimenti dei precedenti esecutivi, come la
tracciabilità dell'Iva e la lettera di compliance, che consente
di mettersi in regola prima dell'arrivo di una sanzione. Ben 5,1
miliardi, invece - prosegue -, derivano da provvedimenti
straordinari, di tipo condonistico. La sola rottamazione delle
cartelle vale 4,3 miliardi di euro".
"La questione, quindi, non è quanto abbiamo recuperato, ma -
conclude Ferrari - quanto gettito perdiamo e continueremo a
perdere proseguendo con una logica dei condoni che disincentiva
il rispetto dei doveri fiscali, favorendo gli evasori".
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