Due nuovi uffici, uno a Ho Chi Min
City e l'altro a Singapore, quattrocento controparti incontrate
e 6 miliardi di operazioni allo studio per supportare l'export
italiano in settori del futuro. E' il bilancio della missione di
Sace che ha toccato Singapore e Vietnam sotto la guida della
chief international officer Michal Ron. L'obiettivo è aprire
nuove rotte di opportunità per le imprese del Made in Italy nel
Sudest asiatico.
La regione - che oltre a Vietnam e Singapore comprende anche
Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia, Brunei, Papua Nuova
Guinea, Cambogia - è destinata a diventare la quarta economia
mondiale entro il 2030 e rappresenta oggi circa 9 miliardi di
export italiano, con importanti margini di crescita (+5% medio
annuo circa atteso per l'area secondo le stime di Sace). "Con
una popolazione giovane e benestante di oltre 700 milioni di
persone, - spiega una nota - il Sudest asiatico è oggi una
destinazione attraente per i marchi tradizionali del Made in
Italy nei settori alimentare e delle bevande, del lusso, della
moda e del design, ma il futuro passa soprattutto attraverso
settori come le biotecnologie, l'energia sostenibile, le
tecnologie avanzate per l'industria e le infrastrutture
sostenibili".
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