"Purtroppo fare impresa in Italia è
estremamente complesso, noi però dobbiamo favorire
l'avvicinamento fra i giovani e il sistema imprenditoriale" ha
sottolineato anche Otello Gregorini, segretario generale di Cna.
"Cerchiamo quindi - ha continuato - di porre all'attenzione del
decisore pubblico, ma anche alla sensibilità più generale, il
fatto che in Italia dobbiamo continuare a fare impresa. Ma per
partire ci sono degli elementi ostativi importanti che vanno
superati, di natura burocratica e fiscale. Dobbiamo dunque
impegnarci a fare in modo che si possano prendere provvedimenti,
perché queste barriere siano tolte".
Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, ha
ricordato che il Premio Cambiamenti è frutto di una "importante"
collaborazione tra Cna e la stessa Unioncamere. "L'innovazione -
ha sottolineato - si fa in modo diffuso e parte dalle imprese.
Il nostro modello non è quello della Microsoft, che ha 10mila
ingegneri a Seattle, tutti nello stesso edificio, il nostro è un
modello di innovazione diffusa realizzato soprattutto attraverso
l'incrocio tra imprese, centri di ricerca, università e
sperimentazioni in loco. I giovani sono una frontiera di
innovazione costante anche nel nostro Paese, che ha un problema
importante nei confronti di altri Paesi come Germania, Gran
Bretagna, Stati Uniti. Se molte startup stentano a crescere è
anche perché le risorse finanziarie non vengono efficientemente
ed efficacemente destinate a loro".
Nell'ambito del premio, dal mese di ottobre si sono svolti
diversi incontri con le oltre 500 start-up ritenute valide e 10
eventi di qualificazione alla finale nazionale, che hanno visto
la partecipazione di 213 start-up, tra le migliori del Paese,
per poi giungere alle 20 finaliste.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA