Sul tema dell'innalzamento dell'età
pensionabile "è chiaro che la scelta non può che essere del
legislatore circa l'applicazione della speranza di vita
all'interno del requisito pensionistico. Non può che essere una
scelta del legislatore se mantenere la speranza di vita
all'interno del requisito pensionistico o non mantenerla. È una
cosa di cui si è sempre discorso nel corso degli anni". A dirlo
all'ANSA è il direttore centrale Pensioni dell'Inps, Vito La
Monica, a margine del convegno '@migrazione da fenomeno sociale
a fattore identitario, a palazzo Wedekind, a Roma.
Quanto al tema dell'incontro di oggi, "siamo in un momento di
decremento delle nascite - ha commentato - accade in tutte le
economie mature. Abbiamo però adottato nel 1995 il sistema
contributivo. È vero che il sistema di finanziamento continua a
essere a ripartizione, quindi sulla base del rapporto fra
iscritti e pensionati, ma il sistema contributivo ha una
caratteristica fondamentale: tende a rendere tutti quanti
uguali".
"Ciascuno versa il proprio montante contributivo, che è
rivalutato secondo l'andamento del prodotto interno lordo - ha
aggiunto La Monica -. Quindi ci obbliga tutti, perché la
ricchezza la produciamo noi, a produrre ricchezza e non
sommerso. Una grandissima caratteristica che ci sta aiutando a
gestire questa fase complicata".
"È evidente che la seconda attività che deve essere fatta -
ha dichiarato - è garantire che l'occupazione sia sempre
presente e che la contribuzione sia effettivamente versata. Se
nel sistema retributivo la contribuzione era in qualche modo
scollegata dalla misura della pensione, nel sistema contributivo
la contribuzione è collegata alla misura, anzi è la misura della
pensione. I comportamenti anomali sono controproducenti. Portare
questo ragionamento anche fra i giovani è fondamentale, così
come far capire che siamo tutti collegati, cioè comportamenti
individuali possono alla fine tradursi in un danno individuale".
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