"Sono ancora rilevanti - spiega il
Civ dell'Inps - le condizioni di svantaggio delle donne nel
nostro Paese, nell'ambito lavorativo, familiare e sociale".
Sulla base dei dati riferiti al 2023 il tasso di occupazione
femminile è al 52,5%, di 17,9 punti inferiore a quello degli
uomini. Per le donne è più difficile che l'assunzione sia a
tempo indeterminato con il 18% del totale delle assunzioni a
fronte del 22,6% di quelle degli uomini. Tra i lavoratori part
time le donne sono quasi i due terzi (il 64,4%) e hanno una
percentuale di part time involontario di tre volte superiore
agli uomini (il 15,6% degli occupati a fronte del 5,1% dei
maschi).
"In tutti i settori economici esaminati tranne le estrazioni
di minerali da cave e miniere - scrive l'Inps a proposito del
settore privato - gli uomini percepiscono redditi medi
giornalieri superiori alle donne. Nello specifico in dieci
settori su diciotto esaminati le donne percepiscono più del 20%
in meno; nelle attività finanziarie e assicurative le donne
percepiscono mediamente il 32,1% in meno, nelle attività
professionali scientifiche e tecniche il 35,1% in meno e in
quelle immobiliari il 39,9% in meno" (77,9 euro lordi
giornalieri a fronte di 129,7). La differenza è pari al 23,7%
nel commercio, e al 16,3% nei servizi di alloggio e
ristorazione. Le retribuzioni medie giornaliere nel settore
pubblico soffrono di meno il divario di genere anche se, per
servizio sanitario ed università ed enti di ricerca le donne
hanno una busta paga media inferiore agli uomini di quasi il
20%.
Per quanto riguarda il livello di istruzione, nel 2023 le
donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%) sia
tra i laureati (59,9%), ma questa superiorità nel percorso di
studi "non si traduce in una maggiore presenza nelle posizioni
di vertice nel mondo del lavoro". Il 29,4% delle occupate è
"sovraistruita" rispetto al lavoro che fa a fronte del 25,4%
degli uomini e questa percentuale supera il 40% tra i 25 e i 34
anni.
Le donne - si legge nel Rendiconto - continuano a farsi
carico della maggior parte del lavoro di cura. Nel 2023, le
giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state
14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni usate dagli uomini.
L'offerta di asili nido rimane insufficiente, con solo l'Umbria,
l'Emilia Romagna e la Valle d'Aosta che raggiungono o si
avvicinano all'obiettivo dei 45 posti nido per 100 bambini 0-2
anni.
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