(di Domenico Conti)
I dazi rallenteranno l'economia
globale e daranno un vero e proprio colpo d'accetta per la
crescita di Usa, Canada e Messico con un impatto invece più
modesto su Europa e Italia che comunque ne soffriranno. Sono le
stime dell'Ocse, che arrivano mentre Donald Trump tira dritto
sulla guerra commerciale: "Nessuna intenzione" di fare marcia
indietro sui dazi su acciaio e alluminio.
Il presidente Usa parla in volo dall'Air Force One: linea
dura verso tutti, alleati e non. Niente esenzioni sui dazi per
acciaio e alluminio dopo l'annuncio di una tassa del 25% assieme
a quella sulle auto, dove invece resta un punto interrogativi
sui dettagli. In alcuni casi i dazi di settore si sommeranno a
quella 'reciproci', perché "il due aprile è un giorno di
liberazione per il nostro Paese".
Affacciatosi in volo dalla porta che separa lo spazio per i
reporter che lo seguono, Trump in poche parole liquida ogni
prudenza con le catene di produzione globale in subbuglio. E
innesca immediatamente la risposta dell'Ue: uno dei rischi è che
la Cina, colpita da Trump, inondi l'Europa di prodotto a basso
costo. Con il siderurgico europeo che perde quota di mercato da
un decennio, Bruxelles si prepara a una "situazione eccezionale"
con nuove tutele sull'import di acciaio dopo la scadenza delle
attuali nel giugno 2026, e un'indagine sull'alluminio per
eventuali misure di salvaguardia con la possibilità di
restrizioni all'import che hanno il sapore di un 'anti-dumping
cinese'.
Il rischio è una spirale protezionistica e un'impennata
dell'incertezza il cui impatto è fotografato dall'Ocse e rischia
di avvicinare una recessione Usa contro la quale il segretario
del Tesoro Usa Scott Bessent aveva detto che "non c'è nessuna
garanzia". Nelle nuove stime Ocse la crescita globale è limata
dal 3,2% nel 2024 al 3,1% nel 2025 e al 3% nel 2026. Quella
della Cina dal 4,8% di quest'anno al 4,4% nel 2026. La mazzata
arriverebbe invece per crescita degli Usa e dei suoi partner
americani, fra incertezza per gli investimenti e inflazione
sostenuta dalle restrizioni all'import: dal 2,8% del 2024 la
crescita si riduce di un quarto al 2,2% quest'anno (da 2,4%
della stima precedente) e quasi si dimezza all1,6% nel 2026 (da
2,1% precedente). Trump riesce però a mettere in ginocchio i
Paesi confinanti: il Messico segna -1,3% quest'anno anziché
crescere dell'1,2% come atteso in precedenza, e -0,6% nel 2026.
Il Canada frena allo 0,7% nel 2025 e 2026 contro 2% precedente.
Nelle stime dell'Ocse, che mette in guardia le banche
centrali dai rischi di un ritorno in grande dell'inflazione, la
crescita dell'area euro accelera, ma meno di quanto previsto in
precedenza, dallo 0,7% del 2024 all'1% di quest'anno all'1,2%
nel 2026. L'Italia si ferma allo 0,7% quest'anno come nel
precedente, e allo 0,9% nel 2026. Con l'avvertenza del
capoeconomista dell'Ocse che le stime non tengono conto degli
ultimi annunci incendiari del presidente-magnate. E che essendo
un Paese esportatore, "se il pianeta diventa più protezionista
ovviamente l'Italia ne soffrirà".
Una minaccia colta oggi dall'ex premier e leader di Italia
Viva Matteo Renzi che prende di mira i tentennamenti degli
industriali: "Sveglia, amici di Confindustria! I sovranisti di
casa nostra e di Oltreoceano vogliono distruggervi". Ma,
soprattutto, il possibile innesco di rappresaglie fra Usa e Ue
che dai dazi sui beni potrebbero arrivare ai servizi (dalla Bce
sono filtrate allusioni al grosso surplus americano grazie alle
piattaforme digitali). E contagiare i flussi finanziari il cui
avanzo Usa - parallelo al 'rosso' commerciale - finanziano Wall
Street e il debito Usa. Se ne è accorta l'American Chamber of
Commerce to the European Union che rappresenta le aziende
americane che operano in Europa: in gioco ci sono relazioni
commerciali e finanziarie che valgono 9.500 miliardi di dollari,
un terzo del Pil Usa. E non è un caso che l'allarme rimbalzi
proprio sul Wall Street Journal.
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