Nel Mezzogiorno ci sono le maggiori
lamentele per irregolarità nell'erogazione dell'acqua, con il
fenomeno del razionamento che è più acuto, almeno nelle grandi
città. Nel 2024 a livello nazionale l'8,7% delle famiglie
dichiara di aver riscontrato irregolarità nel servizio di
erogazione dell'acqua nelle abitazioni, una quota invariata
rispetto al 2023. Lo rende noto l'Istat con le statistiche
sull'acqua per il periodo 2020-2024.
Tra le famiglie che rilevano irregolarità poco meno del 40%
le riscontra durante tutto l'anno, il 27,8% solamente durante il
periodo estivo e il 31,2% le descrive come un evento sporadico.
Il disservizio investe, pur in percentuali molto diverse,
tutte le Regioni e interessa circa 2 milioni 300mila famiglie.
Di queste, oltre due terzi sono residenti nel Mezzogiorno (1,6
milioni di famiglie): Calabria e Sicilia (rispettivamente con il
29,9% e il 29,2% delle famiglie) risultano le Regioni più
esposte ai problemi di erogazione dell'acqua nelle abitazioni.
Diametralmente opposta, spiega l'Istat, la situazione nel
Nord-ovest e nel Nord-est dove appena il 3,1% e il 3,5% delle
famiglie, rispettivamente, denuncia un servizio di erogazione
irregolare, mentre nel Centro lamenta il problema circa il 6%
delle famiglie. Solo il 3,6% delle famiglie che vivono in Comuni
con più di 50mila abitanti manifesta disagi relativi alla
irregolarità dell'erogazione dell'acqua.
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