L'artigianato è un "formidabile
motore economico". Tuttavia nel Paese permane "una certa cultura
anti-impresa che rende arduo l'intraprendere". Per questo
servono "interventi che rivedano la cavillosità della burocrazia
e i meccanismi complessi e farraginosi che ancora presenta". Lo
hanno sottolineato, come riporta una nota, i presidenti di
Confartigianato Udine e Pordenone, rispettivamente Graziano
Tilatti e Silvano Pascolo, oggi a Codroipo (Udine) per celebrare
la fondazione, 80 anni fa, dell'Unione artigiani del Friuli.
Tilatti, aggiunge la nota, ha chiesto al governo, attraverso
il Parlamento, di aggiornare dal punto di vista normativo la
definizione di impresa e imprenditore artigiano: "non più una
dimensione legata ai numeri dell'azienda, ma al valore
caratteristico e identitario dell'artigiano".
"Concordo con la necessità della sburocratizzazione - ha
osservato la viceministra dell'Ambiente e della sicurezza
energetica, Vannia Gava - perché l'artigiano deve fare
l'artigiano, e con l'idea di una norma che ridefinisca l'impresa
artigianale. Quanto all'Europa, dobbiamo avere una visione e un
obiettivo comune: salvaguardare le nostre imprese produttive,
che garantiscono sviluppo. Necessario, non da ultimo, abbassare
in modo sistematico le bollette energetiche".
A fine 2024 erano 20.690 le imprese artigiane registrate
dalla Cciaa di Pordenone-Udine, di cui 20.622 (99,7%) quelle
attive (7.433 a Pordenone, 13.257 a Udine), pari al 74,6% del
totale regionale. Il peso dell'artigianato è pari al 32% delle
imprese attive.
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