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Gozzi (Confindustria): 'dazi, mantenere i nervi saldi'

Gozzi (Confindustria): 'dazi, mantenere i nervi saldi'

'Per Paese esportatore sono il peggio che può succedere'

NAPOLI, 05 aprile 2025, 12:09

Redazione ANSA

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"Dazi e guerre commerciali, per un paese esportatore come l'Italia, il quarto esportatore del mondo, sono il peggio che può succedere. Quindi bisogna mantenere i nervi saldi, cercare di capire quali sono i reali obiettivi dell'amministrazione americana con questa azione, mantenere aperto uno spiraglio di dialogo per cercare di almeno di minimizzare gli effetti su alcuni settori che possono essere molto colpiti, dall'agroalimentare alla meccanica al sistema moda, cioè tutte quelle eccellenze del made in Italy che trovano nel mercato americano un mercato molto importante". Lo ha detto Antonio Gozzi, special advisor autonomia strategica europea, Piano Mattei e competitività di Confindustria.
    "Oggi - ha ricordato Gozzi a margine del convegno sul Piano Mattei organizzato dall'Unione Industriali di Napoli - esportiamo gli Stati Uniti circa 6 miliardi l'anno su 60 complessivi e quindi per noi gli Stati Uniti rappresentano il 10 per cento delle nostre esportazioni. Noi dobbiamo continuare a lavorare con gli europei, però consapevoli del ritardo e dei limiti di questa Europa. E dobbiamo pensare all'Italia, alla sua collocazione geografica, al suo ruolo naturale, agli interessi nazionali che non bisogna avere vergogna di declinare. Perché i grandi paesi europei, dalla Francia alla Germania, declinano continuamente i loro interessi nazionali. Allora non si capisce perché l'Italia non lo può fare". "L'area del Mediterraneo - secondo Gozzi - rappresenta per il mondo un crocevia strategico.
    E l'Italia, in questa situazione, ha un grande ruolo da giocare che la grande politica estera italiana del passato ha giocato.
    Ci sono tutte le condizioni per farlo, anche perché l'empatia e le affinità culturali con questi paesi come Tunisia, Algeria, Egitto, Marocco, Libia ci mettono veramente in pole position.
    Noi abbiamo un vantaggio competitivo culturale di forza gentile e contemporaneamente di forza che può garantire la sicurezza e la stabilizzazione di quest'area del mondo".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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