"Sei milioni di posti di lavoro in
80 anni è il tratto più misurabile della nostra azione al
servizio del paese. Sette padri costituenti tra i nostri
dirigenti simboleggia il profondo legame tra cooperazione e
valori fondanti della Repubblica".
Il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini lo
sottolinea aprendo l'ottantesimo anniversario dalla
ricostituzione dell'associazione, nata nel 1919 sulla scia della
dottrina sociale della Chiesa e dell'enciclica Rerum Novarum di
papa Leone XIII, soppressa durante il ventennio fascista e
rifondata nel 1945, "a opera - viene ricordato - di coloro che
avrebbero poi scritto la Carta costituzionale".
La "sovrapposizione di ruoli tra i padri costituenti e i
leader di Confcooperative", aggiunge Gardini, "illumina il
profondo legame ideale tra i principi della cooperazione e i
valori fondanti della Repubblica".
"La cooperazione è l'opportunità nella storia della
Repubblica di dare voce all'impresa comune originale rispetto a
quella privata e a quella pubblica. Impresa comune attenta alla
difesa dei consumatori, alla mutualità e alla collaborazione tra
i soci", dice la costituzionalista Melina Decaro che sottolinea:
"L'impresa cooperativa è ancora più urgente nel mondo
contemporaneo ammalato di egoismo e solitudine dove, come ha
detto papa Francesco, la globalizzazione economica e finanziaria
produce un pensiero unico: al centro non vi è la persona, ma il
denaro".
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