C'è un'Italia che resiste
e sa essere innovativa, creativa, solidale, collaborativa. È
l'Italia della coesione, quella che vede le aziende camminare
con le comunità, coinvolgere i cittadini e i consumatori,
valorizzare e sostenere i lavoratori, relazionarsi alle energie
dei territori. E' il Paese descritto dal rapporto "Coesione è
Competizione. Le nuove geografie della produzione del valore in
Italia" realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere in
partnership con Consorzio Aaster e Aiccon e con il sostegno di
Enel e Comieco, presentato a Treia (Macerata) al Seminario
estivo di Symbola.
Le imprese 'coesive' - quelle cioè che intrattengono
relazioni con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i
consumatori, il terzo settore - hanno una marcia in più rispetto
alle altre. Nel 2015 hanno registrato aumenti del fatturato,
rispetto al 2014, nel 47% dei casi, mentre fra le imprese 'non
coesive' tale quota si ferma al 38%. Dimostrando una migliore
dinamicità anche sul fronte dell'occupazione: il 10% delle
imprese coesive ha dichiarato assunzioni nel 2015, contro il 6%
delle altre.
La stessa cosa, stando al Rapporto, vale per le esportazioni:
le imprese coesive hanno ordinativi esteri in aumento nel 50%
dei casi, a fronte del 39% delle non coesive, e sono
maggiormente presenti sui mercati internazionali (il 76% di esse
sono esportatrici contro il 68% delle non coesive).
Sempre le realtà attente alla coesione sono quelle che hanno
nel Dna una considerazione maggiore di valori come l'ambiente
(investono infatti in prodotti e tecnologie green il 53% delle
imprese coesive contro il 38% delle non coesive), la creazione
di occupazione e di benessere economico e sociale, gli
investimenti in qualità (l'81% delle imprese coesive ha fatto
social investment nel 2015 contro il 76% delle altre).
"Quando l'Italia scommette sui suoi talenti e sulle comunità,
quando investe sulla qualità, l'innovazione e la bellezza - ha
detto il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci -
allora ce la fa e spesso vince nel mondo. Una scommessa ancora
più valida dopo la Brexit''. "La crescente sensibilità del
cittadino ai temi della tutela della sostenibilità in tutte le
sue sfaccettature sta progressivamente modificando il modo di
fare impresa", sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo
Bello. "Le aziende, infatti, sono sempre più consapevoli del
fatto che una quota importante del successo dei propri prodotti
e servizi si gioca oggi anche su aspetti non meramente economici
ma valoriali''.
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