"I rincari energetici comprimono i
margini delle nostre imprese, che guardano con preoccupazione
agli sviluppi della guerra russo-ucraina, i cui effetti non
potranno che peggiorare l'attuale stato di difficoltà,
aggravando in maniera esponenziale il problema degli
approvvigionamenti". Così il presidente della Camera di
Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Fabio Ravanelli,
secondo cui "l'unica strada è un'azione decisa e compatta della
macchina diplomatica per arginare il più possibile l'impatto
sulle popolazioni coinvolte e sui sistemi economici, la cui
ripresa dopo le fasi più acute della pandemia rischia ora di
essere compromessa".
In Piemonte il consumo di energia è ripartito tra settore
civile, somma di domestico e terziario, che assorbe poco meno
della metà dei consumi finali totali, i trasporti (28%),
l'industria (23%) e i restanti settori, tra cui l'agricoltura.
Dal punto di vista dei flussi energetici il territorio
piemontese dipende in misura preponderante da rifornimenti
extra-regionali e da fonti energetiche fossili, in particolare
gas naturale. "Già dalla primavera dello scorso anno i mercati
dell'energia sono stati caratterizzati da un'impennata senza
precedenti dei prezzi di gas ed elettricità - commenta Ravanelli
-. Un'ascesa che sta colpendo duramente il tessuto produttivo
italiano, incluso quello del Piemonte Nord Orientale. La
quantificazione dei costi risente di diverse variabili, tra cui
l'adesione al mercato libero piuttosto che tutelato e degli
scaglioni di prezzo legati a fasce di consumo: possiamo comunque
stimare che a livello di quadrante la spesa per la voce energia
del settore industriale passerà da 400 milioni del 2021 a 1,4
miliardi per l'anno 2022".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA